And you are...
You're exceptional
The way you are
Don't need to change for nobody
You're incredibile
Anyone can see that
When will you believe that?


mercoledì, novembre 05, 2014

Kurata vs Fuka?

Sana Kurata, Fuka Matsui.

Sono rispettivamente la protagonista e la coprotagonista della seconda metà di un manga parecchio famoso, Kodomo no Omocha. Ma non è di loro che si deve parlare, bensì del loro rapporto riferito al protagonista del manga, ossia Akito Hayama.

Fuka è stato un passatempo per Akito quando esso aveva qualcosa come cinque anni. Cioè, passatempo, si divertiva a tormentarla. Poi Akito conosce Sana, di cui si innamora perdutamente, ma non è abbastanza coraggioso da ammetterlo. Considerando i problemi di Sana, i due non riescono mai ad esser sinceri l'uno con l'altra e quindi Akito decide di mettersi, molti anni dopo averla conosciuta, con Fuka. Lui teneva a Fuka, la voleva bene...ma voleva molto più bene a Sana. Molto dopo, Fuka capisce che Akito pensava sempre e solo a Sana, e quindi decide di lasciarlo, nonostante lo volesse bene.

Ora bon, metà di queste info sono inutili per il mio pensiero attuale, penso bisogna andare nel significato più striminzito. Ossia di ciò che si pensa sia giusto, o meno, nel momento di presa.

Sana ama Akito, ma se ne accorge quando lo perde. Akito ama sempre Sana ma per via del suo carattere non riesce ad averlo subito. Fuka vuole bene ad Akito e viceversa, e ciò sfocia comunque in un sentimento che hanno portato un fidanzamento.
È stato un errore?
Boh, alla fine Fuka e Akito appena lasciatisi si sono quasi subito rifidanzati. Bell'età quella.
Ma vediamolo da un punto di vista più reale.

Akito vuole Sana, Sana dice no o perlomeno non lo capisce, Akito prende Fuka. Non è molto complicato, però sì, è contorto. Anche perché bisognerebbe differire amore (ciò che provano Sana e Akito) con affetto (Akito e Fuka) che ha portato ad una sorta di "parentesi" generato da Fuka, in attesa di Sana.

Ma alla fine di tutto, il finale del manga lo conosciamo. Ma facciamo finta di non conoscerlo. Mettiamo che, per un millisecondo, non sappiamo semmai Sana tornerà. Akito sta con Fuka. Magari in via del tutto eccezionale ci sta uno, due, tre, quattro, cinque anni. Solo che Akito ha sempre il pensiero di Kurata. Povera Fuka, in quel caso. Continua ad essere un ragionamento complicato, perché alla fine, comunque, Akito è sempre quella che ce l'avrà vinta. Le uniche che perdono sono, appunto, Sana e Fuka. Ma chi vince realmente tra le due? Sana, che è l'innamorata di Akito, o Fuka che anche se per poco lo ha avuto? Questo è degno di riflessione. (tra le altre cose)

lunedì, ottobre 27, 2014

Returns, nel bene o nel male

Oh beh, sì, avevo promesso che avrei scritto di più, ma avevo anche promesso implicitamente che non avrei più scritto tesi di laurea e pensieri negativi perché...vabbè, il perché lasciamolo perdere. È corretto dire però che quel perché non c'è più, e quindi posso tornare a scrivere e ad appassionare i miei milioni di fan con le mie teorie senza senso e cavilli mentali infiniti.

Innanzitutto partiamo dalla base. Perché tornare? Che senso ha tornare in un luogo che si ha abbandonati? Egoisticamente, si può dire che ci si stava bene. Dato che l'attuale dimora non esiste più, si torna indietro. È la cosa più squallida che uno possa dire ma miseria, se è vera.

Ma bisogna parlare anche della difficoltà nel tornare a "casa". Diciamolo: abbiamo abbandonato quel luogo per motivi superiori, ed ora tornarci è traumatico. Perché c'è una certa abitudine, e adesso tornare indietro è un po' na strammatura totale. Ma bisogna farlo. Anche perché non si può continuare a vivere in una campana di vetro. La nuova casa cominciava a stare stretta. Il problema adesso non è tanto averla abbandonata, ma l'averle dato fuoco. Io volevo ogni tanto tornarci, ora non sarà più possibile. Ma ad oggi posso solo dire un flebile "Pazienza".

La domanda oggi è sempre la stessa: quanto tempo ci vuole per disabituarsi? Eh. EH. Io sono l'antihater, l'antinostalgico...ludicamente parlando. Nella vita reale io sono il nostalgico per eccellenza. Per me un posto scatena 185 ricordi diversi, anche di eventi totalmente slegati che se li dico la gente mi risponde con "vabbè, se lo sta inventando"... Quindi quanto ci vuole per disabituarsi?
È difficile da scrivere. Disabituarsi.
Difficile da scrivere...e da attuare.

Ma in fondo non è POI così complicato. In fondo, non bisogna fare nulla. Bisogna solo assimilare, come faceva il carino mago nero in FF IX. Draw, Draw, Draw. Il punto è quanto il Draw per sbaglio comincia a far dimenticare. E forse è questo il problema più grande. Il dimenticare. Perché dimenticare è semplice, assimilare è difficilissimo. Allora perché voglio assimilare e non dimenticare? Semplice, perché c'è gente che ha bisogno della mia esperienza anche in questo rinnovato campo. E miseriaccia, c'è già chi mi sta chiedendo aiuto.
La verità è che io sono nato per aiutare, non per essere aiutato. Nel momento in cui mi sono visto aiutato, ho fatto un danno ripetuto millecentoquarantuno volte. Il carpentiere, mi chiamavano. Un motivo ci sarà.

Indi per cui, io ci sono. Con un nuovo bagaglio culturale, con un esperienza prima mistica e oggi rinnovata, con voglia di spaccare qualche testa. E di spendere soldi. Oggi abbiamo inaspettatamente comprato un Verde Foglia ad un prezzo misero. I prossimi acquisti sono semplici: la Game Of The Year di Final Fantasy XIV, che uscirà a Novembre: il gioco base l'ho sempre rinviato per motivi nascosti, ma adesso è tardi. Sono passati già 14 mesi dall'uscita, NECESSITO di tornare ad Eorzea. E di cambiare nome al Chocobo.

Ultimo acquisto che farò l'anno prossimo è il New 3DS XL. In realtà mi servirebbe di più la PS4, ma la portatile per ora ha una discreta priorità. Certo, dovrò procurarmi un GBA per Verde Foglia, ma quello è l'ultimo dei miei pensieri. E a proposito di ULTIMI...vabbè, alla prossima volta mi sa.

Thanks, arigatou and bye bye!

venerdì, marzo 21, 2014

Praise the sun!

Il 24 Agosto 2012 è stato un giorno importante per la community PC, dato che usciva il porting di Dark Souls su piattaforme Windows. Versione creata (in maniera pessima) per il volere dei fan, che volevano giocarlo anche sul loro computer personale. Ma perché è stato così fortemente voluto, al punto da chiederlo così insistentemente?



I From Software erano perlopiù conosciuti in giro per Armored Core e per un gioco particolare, un FPRPG chiamato King's Field, veramente poco apprezzato in Europa. Dopo il quarto capitolo, From capisce che deve puntare ad una fetta di mercato particolare per il suo stile con la quale crea i giochi, e così con l'aiuto di Sony, crea il sequel spirituale di King's Field: Demon's Souls.


Il concetto alla base di Demon's Souls non è molto differente da quello di molti wRPG (nonostante sia giapponese): attacco, schivata, parry, backstab, una classe tra varie da cui scegliere, un sistema di level up basato su punti exp chiamati "anime" che fanno anche da valuta corrente, vari mercanti, possibilità di crearsi varie build, e così via. Ma allora cos'ha di particolare Demon's Souls? Perché il gioco, uscito nel Febbraio del 2009 in terra nipponica, è stato chiesto a così alta voce dagli occidentali da fargli raggiungere l'America ad Ottobre e l'Europa (sub multi 5, tra l'altro) nel Giugno dell'anno successivo?



Tre sono i motivi principali, motivi che perlopiù scoraggiano l'utente medio.
Il primo, che si ha subito sotto l'occhio, è la "mancanza di storia". Il gioco inizia, nessuno ti spiega niente, se non due/tre consigli scritti a terra. Nessuno ti dice perché sei lì, nessuno ti dice qual è la tua missione. Per fare un esempio rapido, molto presto si incontra un NPC chiamato "Ostrava di Boletaria". Chi è? Cosa vuole? Boh.



Il secondo, è che il punto focale del gioco, ossia la "difficoltà". Metto tra virgolette perché Demon's Souls, eccetto che in rare occasioni, ti fa capire SEMPRE che la morte è per colpa tua. Si muore spesso nel gioco, ed ogni volta si riparte da un checkpoint stabilito e si perdono tutte le anime raccolte fino a quel momento. È possibile raccoglierle, ma se si muore nuovamente prima di averle raccolte, allora saranno perse per sempre, gettando al vento probabili ore ed ore di farming.


La terza è l'online; il gioco è strutturato per stare sempre online, difatti non si può mettere in pausa, ed il gioco salva molto spesso (ergo: se muori, ti salva subito di sopra). È possibile invocare altri pg per farti dare una mano, o invadere altri pg, o essere invasi: ci sono varie possibilità da sfruttare per il PvP.



Ma torniamo al punto 1, la mancanza di storia. Però non con questo capitolo, che ho finito troppo tempo fa per ricordarlo appieno, ma col suo seguito spirituale.
Yoshida, gran furbastro che non è altro, nonostante abbia comprato l'IP "Demon's Souls" non si è tenuto l'idea stretta, e quindi From Software, sentendosi poco amata, ha deciso di pubblicare un sequel dal gameplay (quasi) identico ma con una struttura totalmente differente, non solo su PS3 ma anche su 360.


È così che il 22/09/2011 esce in Giappone Dark Souls. Senza dover attendere millenni questa volta, qualche giorno dopo esce anche in America ed in Europa. Dato il forte successo, è stato pubblicato ad Agosto la versione PC e, nonostante la software house fosse inizialmente contraria, è stato pubblicato un DLC che estende la storia di uno dei personaggi. Clienti che chiedono un DLC? In più, qualche giorno fa è uscito pure un sequel diretto, chiamato Dark Souls II. Ma perché la gente dovrebbe essere contenta di un DLC che estende la storia, se la storia non viene raccontata?


Ed è questo il bello di Dark Souls. Che la storia NON viene raccontata. Ma la storia c'è. Ogni oggetto, ogni frase, ogni azione, è un pezzo di storia e/o di speculazione. Vedere un determinato drop da un nemico può far capire il perchè quel nemico era lì, il come ci fosse finito e come sia eventualmente morto.
In breve, la storia di Dark Souls inizia con l'Era degli Antichi, un Era dove il mondo era vuoto ed era solamente abitato dai Dragoni Immortali. Ma poi venne il fuoco, e col fuoco vennero tutte le dualità esistenti, come luce ed oscurità, come la vita e la morte. Delle persone risalirono l'oscurità prendendo l'Anima dei Lord dal fuoco, tentando di sconfiggere i dragoni.
Lord Gwyn, signore della luce, coi suoi 4 cavalieri.
La strega di Izalith con le sue figlie.
Nito, il primo dei morti.
Il nano furtivo, così "facilmente dimenticato".
Il tutto con l'aiuto di Seath, un dragone che a differenza degli altri non era immortale, e decise quindi di tradire i suoi simili portando l'inizio dell'Era del Fuoco.


Infine ci viene detto che la fiamma sta per spegnersi, che alcuni non morti portano con loro il simbolo maledetto, e bon. Questo è tutto ciò che ci viene detto. Andando un po' avanti un NPC ci dirà che dovremo suonare le due campane, questo sbloccherà la strada che ci condurrà ad Anor Londo dove potremo parlare con una delle figlie di Lord Gwyn, ossia Gwynevere, che ci darà il Ricettacolo dei Lord, contenitore che dovrà essere riempito con le anime più potenti per poter così sbloccare il passaggio che conduce alla prima fiamma, per poterla così rinnovare e poter così continuare l'Era del Fuoco.
Ma il Non Morto Prescelto avrà vari problemi nel poter compiere tutte queste azioni, trovando varie difficoltà, ma anche varie risposte.



La trama porterà a conoscere vari intrecci, partendo dalle parentele con Lord Gwyn (ancora oggi ci si chiede chi sia il primogenito), ai suoi 4 cavalieri, special modo Artorias degli Abissi, l'unico che fosse mai riuscito a raggiungere le profondità di Petite Londo. La storia di questo cavaliere ha appassionato così tanto i fan che From Software ha usato una parte del cut content per rifarlo come DLC. Assurdo.



Anyway, il gioco è meraviglioso. Un RPG con tipico stampo occidentale con parecchi riferimenti al mondo nipponico (per alcune armi ed il character design di alcuni boss, special modo i 4 Re e Seath) e che ha appassionato tutti, portando però una nuova piaga: il "gioco a Dark Souls perché fa figo, ma poi in realtà mi faccio aiutare da tutti online e se dovessi giocarci senza internet non finirei neppure il prologo". Questo ha portato anche all'errata concezione che Dark Souls sia un gioco DIFFICILISSIMO, per poche persone. No, ragazzi, no. Dark Souls neanche offline è difficilissimo, perlomeno non alle prime run. Impegnativo, sicuramente, a tratti pure parecchio punitivo ed infame. Ma difficilissimo...siamo cresciuti in epoche differente.


Infine, una magagna per quanto riguarda il comparto tecnico. Ora non ho capito se sono io ad essere troppo pretendente o se è From Software che non sa lavorare. Escludendo la Città Infame (e chi conosce quel luogo sa), ma è possibile che se per schivare un attacco premo il tasto per la capriola, non succede nulla quindi lo premo di nuovo velocemente, schiva una volta e ricordandosi del secondo input schiva nuovamente cadendo in un burrone? No, davvero, quella culla del Caos mi ha fatto venire i boccoli grigi in testa.



Per ora la pianto, e ricordate...Praise the Sun.