Sono nato immerso nella musica. I miei compagni delle elementari mi odiavano, tanto era la mia passione per la musica. Sono stato sempre più portato per la scrittura dei testi, non esagero dicendo che a volte esco parole di cui io stesso mi sorprendo. Ma non voglio parlare della mia carriera musicale, se no dovrei parlare perfino della "gavetta" con gli Woppence, parentesi che è meglio dimenticare e asportare dalla propria mente.
Qual è il mio artista preferito? Penso si sappia. Brian Littrell.
Artista femminile preferita? Nessun dubbio.
Ma prima che la gente mi additi come pigfanboy, di JoJo non mi piace solo la faccia (e che faccia). Ma la sua voce. La sua estensione vocale. Exceptional è inimitabile. INIMITABILEEEE. Ma non solo quella, quella forse è la più inimitabile, ma l'estensione della voce di JoJo è qualcosa di inimitabile, più anche del suo splendido volto, della sua splendida persona.
Artista italiano preferito? Qui mi faccio dei nemici.
Penso si sia capito che il mio genere preferito è il pop (Backstreet Pop, come lo chiamo io), ed è normale che il mio artista italiano preferito sia Tiziano Ferro. MA. C'è un ma. Ci sono alcune canzoni italiane che preferisco più che volentieri alle sue canzoni. Prima fra tutte Non puoi lasciarmi così dei BSB. Ma anche La soluzione di Max De Angelis.
Tiziano ha solo saputo cogliere il momento giusto nella mia classifica personale, ma nulla di personale. Se De Angelis facesse un terzo cd, potrebbe benissimo scalzarlo.
Gruppo italiano preferito? Ai tempi avrei detto molto probabilmente 883.
Ma ora so per certo Gemelli DiVersi. Non mi importa cosa la gente dica di loro, se il loro è rap fasullo o così via. Loro stessi in Bboy-band dicono "Ma tu guarda quanta bella gente parla parla ma non sa niente mette etichette che dal 97 ci vanno strette". Menzione d'onore a "Cosa vuoi?", canzone chiave del periodo LV.
Bisogna però sottolineare che io non guardo la musica, ma le parole. Se volessi ascoltare la musica, sentirei il mio gruppo strumentale preferito, i Black Mages.
Amo l'assolo finale di MariaG...di Tsuyoshi Sekito alla fine di The Skies Above. Ma io SO che se lo ascolto non è per la parole, ma per piacere alle mie orecchie. E non solo The Skies Above, ma anche Maybe I'm a lion e compagnia bella. Ricordo quando ascoltavo I don't care degli Apocalyptica quando ero seccato. Non la ascoltavo per le parole, ma per la musica. Separiamo l'arte del cantante dall'arte dello strumentista, sono due paesi separati dello stesso mondo. Ben venga se ci sono entrambi, ma un testo vero difficilmente verrà attribuita ad una musica spaccatimpani.
E ora due menzioni speciali: la prima va alla musica giapponese.
Inizio dicendo che, eccetto Koda Kumi e Utada Hikaru, praticamente ascolto solo musica derivata da anime e videogame. Ma è un mondo tutto da scoprire. In questo momento mi viene in mente Rakuen, l'ending del 4 movie di Inuyasha. Bellissima. L'inizio coi violini è fenomenale. La mia mente passa per Battle Frontier, 9a opening di Pokémon, un cartone animato notoriamente per bambini. Ma quell'intro non è per bambini, sarebbe rumorosa anche per i metallari. Non posso non citare anche la seconda ending di Naruto Shippuuden, ossia Michi - to you all degli Aluto, ed il motivo è abbastanza scontato. Riguardo alle due artiste dette prima, non posso non dire che mi hanno aperto nuove frontiere del jpop. Su Utada, mi basta dire Kremlin dusk per capire che il pop può essere reinventato nuovamente. Riguardo Koda, la meravigliosa Stay with me è una tra le tante meravigliosa di questa artista. Non mi dilungo sennò verrebbe qualcosa di immanamente fanboystico.
La seconda menzione va al "blues", lo metto tra virgolette perché non parlo di quello ufficiale, ma di quello surrogato. Il vero blues è quello triste, quello di cui mi piace solo Afro Blues. Ma io parlo di altro blues. Del Blues di Stevie Ray Vaughan.
Del blues a cui fa capolino Pride and Joy. Non so se sia pure giusto chiamarlo blues, forse è un offesa al blues originario degli schiavi. Ma chi se ne frega, Pride and Joy è meravigliosa ugualmente. È un mondo tutto da scoprire, un mondo dove il giudizio veloce ti distrugge la possibilità di conoscere pezzi meravigliosi. Come fa il mondo con la musica giapponese, in fin dei conti. Ma il blues ha fatto la storia della musica mondiale, quindi il problema è discretamente più ampio.
Ok, penso di aver finito. Semmai un giorno Quadres avrà una release fisica, capirete qual è il genere che mi aggrada. Ma se passiamo al pop smielato di Amore che adesso è, al rap di Breakdown e al progressive di Brian Farey, capirete che fossilizzarsi è inutile. Esistono tanti generi, usiamoli. Stando attenti a non compiere scempi come Temple bar.
Bon voyage!