Post mai troppo rinviato, per i miei gusti...in effetti era da tempo che io, come Brian Farey, non scrivevo in questo blog. Persino il romanzo, sono arrivato a scrivere la decima e pubblicare la sesta, ma per ora si è fermato tutto. Perché?
Di certo non posso dare la colpa alla STRANEZZA. Stranezza che è finita. Nel migliore dei modi. Molte volte mi sono detto che se risolvevo questo, a livello umano non avrei avuto bisogno di altro. Ma è solo una menzogna. Se raggiungo una vetta di felicità sta sicuro, STA SICURO che andando avanti vorrò qualcos altro. Vorrò andare OLTRE quella vetta. E come si può andare oltre la vetta? Impossibile. Resterei con un'infelicità perpetua. Il trucco, quindi, è NON accontentarsi. Non raggiungere la vetta. Se magari la vetta sale più in alto nel frattempo, io qualche gradino lo salgo. Ad essere pienamente felici c'è il rischio di volerlo essere ancora di più. E lì poi ci sta la fregatura.
Che poi cosa ci dev'essere per la felicità?
L'uomo è formato da tre parti: Spirito, Anima e Corpo. In maniera decrescente, l'uomo ha bisogno di far contente queste parti per essere veramente felice, tutto il resto è solo piacere EFFIMERO. Partiamo dal corpo. Se abbiamo la salute siamo contenti. Stessa cosa per lo Spirito. Quando siamo in pace con Dio il nostro Spirito è contento, e noi con lui. E per l'anima?
Quando siamo in pace coi nostri sentimenti, siamo contenti. Una contentezza per certi versi maggiore di quella dello Spirito perché è più "terrena"...forse maggiore non è il termine esatto, più che altro è una contentezza più umana.
Ma comunque, non sono qui per fare lo psicanalista. Non ho alcun motivo per fare lo scontento, per riprendere le redini del discorso "I miei ricordi mi uccideranno" scritto tempo addietro, nulla di nulla. Solo, non voglio dire di essere pienamente felice. Sennò, quando vorrò essere ancora più felice m'intristerò nella mia piena felicità. E lì sarà un dramma.
Sayonara!
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