And you are...
You're exceptional
The way you are
Don't need to change for nobody
You're incredibile
Anyone can see that
When will you believe that?


giovedì, marzo 17, 2011

Un futuro già vissuto REBORN, parte sette: Mai dare per scontata la morte


“Akira! Sei in anticipo di un giorno! Ma in fondo cosa potevo aspettarmi da mio nipote! Hai letto la seconda parte del libro, vero? Prima non saresti stato neppure capace di aprire quella porta con le mani!”
Avevo davanti a me uno spettacolo inusuale, macabro e interessante al tempo stesso.
C’era mio nonno visibilmente sforzato che storceva lo spazio, o il tempo, attorno a Murai, che andava scomparendo a pezzi e ricomparendo. Il tutto mentre un ologramma di mio padre girava liberamente per la stanza.
“Ma…che diavolo succede, in questo luogo?”
“Domani sarebbe stato perfetto, guastafeste! Ancora la nostra opera è work in progress, come puoi vedere…ehi, che ne dici di darmi una mano a mandare sto pazzo da tuo padre?”
“E perché dovrei? Per i tuoi sporchi scopi?”
“Sporchi? Scusami figliolo, perché dovrebbe essere sporco reincontrare il proprio figlio? Un padre farebbe di tutto per rivedere il figlio scomparso.”
Ammetto che, per un attimo, credetti alla sue parole.
“Sì, il figlio che hai ripudiato, disprezzato e allontanato! L’unico motivo per cui vuoi riportarlo è per andare nel passato! Ecco perché lo salvasti, più di venti anni fa, lasciando morire la moglie di Akai!”
“Ah ah, nipote mio, se tu fossi nato prima io sarei andato nel passato già da tempo. Se solo avessi letto quel libro tempo fa…quella maledetta seconda parte che tuo padre mi ha sigillato affinché la potessi leggere solo nel 2010! Anni persi!”
“Allora l’hai davvero letta nel 2010…e perché l’hai firmata 1960?”
“Pensavo di imbrogliare il libro…invece no, ho solo imbrogliato me stesso…ma ora riuscirò nel mio intento! Grazie a te, a Kiiro e a quest idiota che ho plasmato negli ultimi decenni, la vittoria è assicurata! Il passato è in mano mia! Ed otterrò le uniche due cose che mi importano! AH AH AH!”
Ero tentato a chiedergli cosa fossero, ma la curiosità poteva attendere.

[Seiryn, nel frattempo, decise di andare nella casa, ormai abbandonata, del defunto padre. Pensava che per attendere dei risultati migliori doveva andare nel luogo di tante riunioni e tanti ricordi.
Partirono le due Shiteru, il marito della sorella maggiore e i due bambini. Una volta arrivati, un leggero pianto non fu trattenuto dalle due sorelle. Dopodiché, entrarono.]

“Ma perché un assassino? Che legame vuoi che abbia con mio padre? E poi, quello è solo un ologramma!”
“Il legame lo scoprirai a breve, eh eh…riguardo a tuo padre, quello è lui in una determinata linea passata. L’unica cosa che devo fare è mandare lui nella stessa linea temporale di tuo padre, dopodiché lo convincerà a venire nel presente, da noi. Dopodiché, la triade sarà riunita!!!”
“Unita? Ma cosa dici! Brian ha scritto che la triade dovrà essere di comune accordo! Mettiamo che mio padre, disorientato, accetti, ma chi ti dice che io lo farò?”
“Chi me lo dice? Giovanotto…sei già stato nel futuro, verò?”
L’immagine di mio nonno che trapassava Seiryn era ancora vivida nella mia mente.
“Certo che quel Brian era proprio intelligente. Una triade intera, come se fosse possibile con normali mezzi. Guarda come mi sono ridotto, pur di viaggiare nel passato! MURAI, PROVA A COMUNICARE CON KIIRO!!”
“Kiiro? Ehi, Kiiro, sono io!”
Nessuna risposta dall’ologramma di mio padre. Ancora, non erano giunti a nulla.

[Era da molto che non visitivano quella grande casa. Seiryn decise di girare la casa in cerca di ricordi mai scoperti sul padre. Subito le venne in mente quel famoso cassetto dove, tempo prima, uscii la foto degli Slashion. Ricordava dov’era la chiave, e per aprire il cassetto aveva bisogno della chiave contenuta nel ciondolo che Akai aveva donato alla figlia maggiore.

“Sairyn, vieni qui un attimo”
Seiryn spiegò in breve alla sorella cosa aveva intenzione di fare, e le sorelle di comune accordo aprirono il cassetto. Uscirono i vinili degli Slashion. Svuotarono interamente il cassetto. Ma il cassetto non sembrava ancora vuoto. Qualcosa incuriosii le sorelle. Chiamarono Seyo per vedere se lui riusciva a capire cos’aveva quel cassetto che non andava.]

“Ancora siamo ad un punto morto. Ehi, Akira, perché non provi a fermarci, allora?”
La mente voleva. Il cuore no. Ero in stallo. Ero indeciso. Papà, perché non mi dici cosa fare? Ma un ologramma non poteva parlare.
“Tsè, dalla mia progenie sono venuti fuori solo dei pappemolli! Solo quando si tratta di ascoltare il loro caro nonnino si fanno forti e pieni di sé! Ricordati, Akira, io sono nato nel 1939, a 6 anni ero ad Hiroshima, ho provato la sofferenza in maniera maggiore di come tu stesso possa pensare! Chi sei tu per dirmi cosa devo fare o meno, per non soffrire più?”
Volevo replicare, ma non ci riuscii. Forse, non avevo parole da dirgli. Forse, aveva semplicemente ragione. Poteva essere un criminale, un assassino, un ladro e tante altre cose. Ma aveva ragione.
“Finalmente l’ho zittito. Oh, finalmente siamo dentro!!! Altri tre minuti e arriviamo nel passato!!!”

[“Strano questo cassetto, molto strano.”
Non lo disse due volte, prima di sradicarlo totalmente dal mobile dov’era collocato. Alla faccia del luogo sacro, direbbe Akai.
“Ecco perché ingannava. C’è un doppio fondo.”
Seiryn cominciò ad estrarre gli oggetti che vi erano nel doppio fondo. Vi era un appunto, una valigetta con denaro antico ed un fascicolo della polizia, probabilmente rubato. Seiryn lesse l’appunto.
“Per chi troverà prima o poi questo fascicolo, beh sarà sempre troppo tardi! Tutte le persone che frequentano questa casa sono degli idioti, e questo cassetto può aprirlo solo il gruppo! Una branca di idioti sempre maggiore! AH AH AH!!

Era firmato 2006, Murai Desyo. La firma era scritta sopra un altro nome, che non si riusciva a leggere. Molto probabilmente, aveva firmato con un altro nome, quello vero, per poi sovrascriverlo. I tre cominciarono a leggere il fascicolo della polizia.

21/05/2005
Nome: Murai
Cognome: Desyo
Nato il: Giugno 1960
Reati commessi: furto, frode, duplice omicidio minimo, stupro]

“Ecco, sei arrivato!!! Sei nel passato!”
Non so se mio nonno riuscii a capire che Murai ormai non lo sentiva più. Era arrivato nel passato. L’ologramma prese un giornale che ci mostrò la data, ossia 1990. Poi si incamminò diretto verso mio padre. Mio nonno, con un ultimo gesto, riuscii a fare in modo che sentissimo i discorsi degli ologrammi, prima di cadere al suolo stremato, ma contento.

“Kiiro…ehi, Kiiro!! Sono io! Non mi riconosci?”
Mio padre si mostrò spaventato, alla vista del criminale. Per poi pronunciare delle parole di stupore, per lui e per me.
“Impossibile! Sei vivo! Sei proprio tu…Saki?”

[Descrizione: a quanto sembra, il nome Murai Desyo è l’ultimo usato prima di andare fuori città. Il suo vero nome è Saki Mura, affermato pianista degli anni ‘80 nel gruppo Slashion, fingendo poi il proprio suicidio nell’85.
Un’esclamazione di stupore uscì dalla bocca dei lettori del fascicolo, prima di continuare a leggere le informazioni che non sembravano diminuire d’importanza.]

[MENO OTTO]
(Ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale. Story by Brian Farey. All right reserved.©)

2 commenti:

  1. Si sta intrecciando sempre più, non facendo perdere l'interesse. Ma mi sorge una domanda: cos'è il duplice omicidio minimo?

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  2. La trama si infittisce e il personaggio del nonno diventa sempre più affascinante nella sua cattiveria riesce persino ad oscurare il protagonista a tratti (spero sia una scelta voluta dall' autore) comunque la narrativa riesce sempre di più ad attirare la mia attenzione spero tu possa ritrovare la continuità nel pubblicare.

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