And you are...
You're exceptional
The way you are
Don't need to change for nobody
You're incredibile
Anyone can see that
When will you believe that?


giovedì, febbraio 24, 2011

Un futuro già vissuto REBORN, parte sei: Dinastia dei Legato - parte seconda

Chiuso, dentro una fredda stanza.

Eravamo io ed il libro, che avevo già da qualche giorno ma che non avevo ancora toccato.

Lo scontro col padre di Seika e mio nonno mi ha fatto capire che dovevo imparare a controllare meglio il mio potere. Per difendere le persone che amo.

Aprii il libro. Lo misi dentro uno speciale macchinario che ne ingradiva le parole. Cominciai a leggere.

“Prefazione.
Seconda parte de “La Dinastia Dei Legato” scritta, compilata e testata da Brian Legato, 1492. 1° generazione di Legato.”
Sotto c’erano degli appunti, non scritti dal capostipite.
“2° generazione, OK. Due volte. 1512.”
“3° generazione, OK. Tre volte. 1535.”
“4° generazione, No. 1553.”
“7° generazione, OK. Una volta. 1611”
E così via, alternandosi ogni tre generazioni. Cosa voleva dire? Che ogni tre generazioni vi erano tre generazioni di Legato coi poteri, per poi riposarsi tre generazioni? In effetti, mia figlia sembrava non avere alcun potere. Senza contare che sarebbe dovuta nascere maschio, nel caso specifico. Andai alla fine degli appunti.
“24° generazione, No. 1947.
“25° generazione, OK. Una volta. 1960.”
Ok, questo era il nonno. Nel ’58 ha scoperto i suoi poteri, nel ’60 avrà firmato il libro. Strano, però, ero convinto che mio padre avesse sigillato il libro fino al 2010. O avrà falsificato la data, oppure…oppure boh, non era lecito chiedere.
“26° generazione, OK. Due volte. 2000.”
Questo era mio padre. Era il momento di firmare.
“27° generazione, OK. Tre volte. 2015.”
Dopo la lunga questione burocratica, finalmente iniziai a leggere.
“Brian Legato, nato nel 1460. Verrò ucciso a 32 anni da un pazzo che dirà di aver scoperto il luogo dove sono nato. Vi scrivo dal 1600. Bel luogo, senza ombra di dubbio. Ma non è questo di cui devo parlarvi.”
“La prima parte di questo stesso libro era pura teoria. In questo deciderò di avere un contatto più diretto. Qualche anno prima di morire, imparerò a viaggiare nel passato. Ho visto che nessuno tra i miei discendenti ci riuscirà. Viaggiare nel passato è molto più pericoloso rispetto a viaggiare nel futuro. Possiamo cambiare delle cose, degli eventi, senza rendercene conto. Volevo uccidere lo straniero che, nel 1492, mi ucciderà. Ma ho visto il danno che farei se lo facessi. Quindi, precludo ad ogni mio discendente questa possibilità. Eccetto che in un caso. Se un’intera generazione composta da capostipite, figlio e nipote si accorderanno, essi potranno viaggiare nel passato.”
Ecco cosa voleva mia nonno. Viaggiare nel passato tramite questo metodo lasciato dal nostro capostipite. Ma come avrebbe convinto mio padre? Anzi, come avrebbe raggiunto mio padre?

[“Ehi, vecchio, una settimana è lunga! Voglio andare da mia figlia!”
“Silenzio, pecora ignorante! Ho bisogno di una settimana per creare i collegamenti per viaggiare nel passato! Inutile buttarsi all’arrembaggio senza avere tutte le carte vincenti in mano! Dobbiamo raggiungere Kiiro il prima possibile!”]

Continuai a leggere.
“In caso di amore profondo di un Legato verso il padre, esso potrà essere richiamato UNA ed UNA sola volta.”
Quindi era a questo che mio nonno puntava? Ma non avevo già usato questo mio potere? Oppure era veramente venuto di sua spontanea volontà, 3 anni fa?
“Riunita, la triade potrà viaggiare nel passato verso una data decisa dal capostipite in carica.”
E certo, se la truffa non fosse che era il nonno a guidarci.
“Dopo il viaggio, la triade dovrà attendere dieci anni prima di fare un nuovo viaggio. Tempo impossibile, dato che il capostipite muore 7 anni dopo aver scoperto i suoi poteri.”
Eh no, Brian. Non conosci mio nonno. Sta di fatto che tra dieci anni morirà di vecchiaia, poco ma sicuro.
“Il viaggio rilascerà la terza parte della Dinastia dei Legato, con dentro tutte le istruzioni sui viaggi sul passato.
Fine prefazione.”
Finita la prefazione, cominciai a leggere il vero contenuto del libro, ossia effetto farfalla, fermare il tempo sforzandomi meno, piegare lo spazio senza distorcere il tempo, e così via.

Andai nel futuro a leggere il libro, così da non perdere tempo nel presente, per festeggiare così il compleanno di mia moglie.

[CASA DESYO.
“Amore, ti sei calmata?”
“No, Izuru. Non riuscirò mai a calmarmi. Lui è qui, e vuole me. Eppure è strano…”
“Cosa?”
“In tutto il trambusto, ancora Gikam non si è fatto vedere. A breve abbiamo la presentazione dell’album, e lui ancora non risponde. Non vorrei unire l’agitazione alla preoccupazione…”
“Non preoccuparti, sai com’è fatto. Spunterà al solito sparandone una delle sue al momento meno opportuno!”
FUORI CASA DESYO.
“Sparare...non è una cattiva idea.”
Un’ombra coperta da varie coperte, si allontanava lentamente dall’abitazione di Seika.

CASA LEGATO.
“E dai, vecchio, quanto ti manca?”
“Ecco!!!!”
Dopo un leggero fulmine, Kiiro Legato comparì. Ma non totalmente.
“Ehi vecchio, sbaglio o è solo un ologramma?”
“Non sbagli. Dobbiamo solidificarlo. O, nel caso specifico, dobbiamo smaterializzarci noi. O tu, sei tu che devi convincerlo a venire nel presente. La parte semplice è finita. Ora, comincia la parte difficile!”]

11 gennaio.

Era quasi passata la settimana dataci dal padre di Seika, prima del suo grande arrivo. Prepararmi? Forse dovevo. Accompagnai mia figlia e mia moglie a casa di Seyo, dove avrebbero parlato coi vari parenti. Io avevo una missione da compiere.
A metà strada, qualcuno mi toccò la spalla.
“Akira, ehi, Akira, sono io.”
E come dovevo riconoscerlo con tutti quei lenzuoli sulla faccia?
“Ehi, Gikam, ma come ti sei combinato? Dove stai andando, ad una festa in maschera?”
“Sempre che scherzi, Akira. Mi raccomando, non dire a nessuno che mi stai vedendo, adesso. Ho una missione da compiere. Ti avviso, non farti prendere dai sentimentalismi. Neanche io lo farò.”
Non capivo cosa intendesse dire, ma forse non aveva neanche senso. Andò per la sua strada, ed io andai per la mia. Arrivai a casa di mio nonno. Aprii violentemente la porta accelerandone il tempo, e davanti agli occhi ebbi uno spettacolo che non augurerei al mio peggior nemico

[MENO NOVE]
(Ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale. Story by Brian Farey. All right reserved.©)

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