And you are...
You're exceptional
The way you are
Don't need to change for nobody
You're incredibile
Anyone can see that
When will you believe that?


venerdì, gennaio 07, 2011

Un futuro già vissuto: LEGATO GAIDEN

Forse, ho commesso un errore.
Forse, ne ho commessi tanti.
Questo pensai quella notte di Dicembre, in quella camera d’ospedale.

Lasciate che mi presenti.

Il mio nome è Kiiro Legato, sono un ex cantante professionista del gruppo conosciuto come “Slashion”, famoso per lo meno in Giappone. Dopo la morte di un mio team mate, scappai da quella nazione. Mi sentivo la responsabilità sulla sua morte. Mio padre mi raccontò, tempo fa, che i Legato dovevano sopportare una pesantissima eredità. Lasciai il mio vecchio in prigione, anche se era totalmente libero di uscire. Io mi rifugiai qui in Italia, dove nessuno sembrava conoscermi, per lo meno.

Cominciai a capire di poter viaggiare nel tempo a 18 anni, nel 1978. Feci solo un piccolo viaggio, dove vidi me ed una donna, che scoprii essere mia moglie, morire in un incidente aereo. Rimasi sconcertanto da quella visione. Se non fosse stato per il conforto che riusciva a darmi mio padre, non sarei riuscito a superarlo. Mi diceva sempre che potevo cambiare quello che vedevo, se lo volevo. Difatti, drasticamente, andai in Italia. Non sopportavo mio padre, ma su una cosa aveva ragione: dovevo sfuggire alla morte.

Sposai una meravigliosa donna nel 1986, e l’anno dopo mi rese padre di un meraviglioso bambino, che chiamammo Akira. Non sapevo se avesse gli stessi poteri miei e di mio padre, ma non era tempo di chiedere, era solo tempo di crescere mio figlio.

Andai qualche anno avanti nel futuro, nel 2008. Vidi un concerto live. Mio figlio era a capo di questo concerto. Gli altri non li riconobbi, ma sembravano persone a posto. Chi ama la musica non può mai essere totalmente malvagio.

Ero felice del futuro che aveva scelto mio figlio. Un futuro che avevo già vissuto, ma che io avevo abbandonato. Decisi di non mostrarmi ai suoi occhi come un ex cantante professionista, volevo vedere se avrei indirettamente cambiato la sua storia o se il suo desiderio sarebbe rimasto tale ugualmente.

Ero pieno di pensieri positivi, su di lui, finché non mi ammalai.

Dicembre 1993.

Da qualche mese avevo iniziato a vomitare sangue, senza accorgermene. Concetta decise di farmi ricoverare. Mandammo Akira dagli zii materni e mi ricoverarono in terapia intensiva. Neppure mia moglie poteva entrare. La malattia era sconosciuta e stavano sperimentando giusto in quel periodo una cura. Mi misero in stanza con una persona che, a conti fatti, sembra avere la mia stessa malattia, ma ad uno stadio molto più avanzato. Anche se non la conoscevo, non avevo altro modo di passare il tempo.

“Buongiorno…anche lei afflitta da questa malattia?”
Rompighiaccio pessimo, ma non mi hanno mai insegnato come comportarmi in queste occasioni.
“Così sembrerebbe…anche se stanno sperimentando una cura, non ci ripongo molte speranze. Ho accettato la morte, e sono pronta ad andare. Ho solo un rimpianto, la mia famiglia. A proposito, lei come si chiama?”
“Ah si, scusi. Il mio nome è Kiiro Legato.”
“KIIRO LEGATO? Quello degli Slashion?”
Si alzò di botto. Fu un gesto fin troppo energico per una malata.
“Sì…come fa a conoscermi?”
Che domanda inutile. Quando si alzò notai subito che era una trentenne giapponese.
“Piacere di conoscerla. Il mio nome è Jun Shiteru. Mio marito mi ha parlato molto di lei.”
“Shiteru? Non sarà per caso…la moglie di Akai?”
Emise un flebile sorriso.
“Esattamente. Non l’avevo riconosciuta dal volto. È molto cambiato in questi dieci anni!”
“Ah ah, sì, lo so. Una volta ero molto più bello ah ah! Poi, purtroppo, la vecchiaia viene per tutti. Ma mi dica, Akai come sta?”
“Oh lui sta perfettamente. Non penso ci sia qualcosa in grado di farlo star male. Quando capirono che ero malata, tutta la mia famiglia fece il controllo per la malattia. Ovviamente, nessuno era contagiato. Questa malattia si trasmette solo tramite saliva e sangue. L’unico che poteva essere contagiato da me è Akai. Ma come ho detto, lui ha una salute di ferro.”
“Famiglia? Ha avuto dei figli con Akai?”
“Sì. Due splendide bambine. Si chiamano Sairyn e Seiryn. La più grande ha 5 anni, la più piccola 3. E lei, invece?”
“Suvvia, mi dia del tu. Comunque, sono padre di un maschio, Akira. 6 anni. Tre anni più grande della sua figlia minore. Che direbbe di combinare un matrimonio?”
“Dovrebbe chiedere a mio marito. È lui quello iper protettivo. E poi, io sto per morire. L’unico rimpianto che ho sarà nel non poterle vedere crescere. Nel non stare accanto a loro quando le servirà una madre.”
Io non ero rassegnato ancora totalmente alla morte. Lei, invece sì. Aveva accettato il suo destino. Forse, dovevo cominciare pure io ad accettarlo. In fondo, cos è la morte?
“Le spiace prendermi quel libro? Io, purtroppo, non ci riesco?”
“Quale? Quello nero?”
Lessi dopo che si trattava della Bibbia. Cominciò a leggere vari passi sulla morte, sulla risurrezione, di come la morte in Cristo Gesù è vittoria. Cominciai anch’io a non temere più la morte. Mi aveva riempito. Non avevo più paura di morire. Avevo paura della morte spirituale, ma non di quella carnale.
Quando le diagnosticarono le ultime 24 ore di vita, mi regalò la Bibbia e cominciò a parlare al cellulare con suo marito. Vidi lei piangere. Sentii lui piangere. La morte di per sé non è tremenda. Ma è lo stacco con gli affetti terreni che rende tutto più difficile.

Sarebbe toccato pure a me?

No. Mio padre aveva progetti diversi.

“Ben svegliato, Kiiro. Dormito bene?”
“Papà. Cosa ci fai qui? Di quale epoca sei?”
“Quante domande. Guarda cosa ti ho portato dal futuro. Una bella medicina per guarire. La vuoi, vero?”
“E se ti dicessi di no?”
“Ti obbligherei a prenderla.”
“Perché non sei venuto prima? Così potevamo salvare lei. Ha due figlie. Non sarebbe stato meglio per le loro bambine, se la loro madre fosse ancora viva?”
“Stammi a sentire, marmocchio. Io sono tuo padre. Io posso pensare alla tua vita. Non sono un salvatore di vite. Sono stato incarcerato ingiustamente, e non vado alla ricerca della santificazione suprema. Se vuoi sconfiggere la morte, qui hai la cura. Sennò, la riporto nel futuro e non ne parliamo più.”
Cosa dovevo scegliere? Non notai nessun lato negativo nell’offerta di mio padre.
Accettai.
Bevvi tutto di un sorso quell’intruglio. Mi sentii subito bene, ma dovetti fingere ai medici di stare ancora male. Mio padre cominciò a ridere, dicendo che aveva sconfitto il futuro che aveva vissuto. Dopodiché, scomparve.

Dopo qualche giorno, fui dimesso. Non avevo più alcuna malattia. Mio padre mi aveva salvato la vita. Ma mi sentivo sporco. Come se per la mia vita, qualcun altro ci aveva rimesso. Ne discussi con mia moglie.

“Senti, amore…per te è giusto che sia sopravvissuto?”
“Cosa intendi dire? Parli del viaggio nel futuro di tuo padre?”
“Non solo…anche la morte di Jun…è tutto così contorto…”
“Senti, Kiiro. Non è compito dell’uomo scegliere la morte e la vita. In un certo senso, tu hai barato. Ma chi non avrebbe fatto come te? Avevi le capacità per sopravvivere, e le hai sfruttate.”
“Ma se un domani dovessi morire…tu che faresti?”
“Morirò laddove morirà il mio amore. Quando ti sposai acconsentii ad essere un’unica carne con te. Se muori tu, muoio anch’io.”
Mi si aprirono gli occhi. Non avrei più rifiutato la morte. Quando sarebbe arrivata, l’avrei accolta. Fuggire non serve a nulla. Papà, hai sbagliato tutto.
Vidi mio figlio venire da me. Voleva stare un po’ con suo padre.
“Papà…cantiamo…canzone bella?”
“Intendi Wish? Ok, cantiamo…”
Cominciammo a cantare…senza rendermi conto che il 7, che stava tramutandosi in 6, cominciò a brillare, nel tappeto di casa mia.

2 commenti:

  1. il capitolo è interressante ma hai sbagliato a rivelare ciò che è scritto in questo in quello precedente praticamente hai azzerrato la curiosità e hai fatto un inutile ripetizione.....(parlo da lettore e non da esperto).

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  2. quoto fabregas XD cmq oltre qualke errore...(ke prmai è un must) e a qualke correzione ke avrei fatto ai dialoghi...sono contenta nn sia finita la storia...mi ci ero affezionata! il mio "deludente " dello scorso post non era una critica ditruttiva, era oggettiva! il pikkolo akira-stefano con la bandana dei backstreet ke dice -papà cantiamo canzone bella- a sei anni...è fantastico ahahaha! continua..e nn cadere nella banalità (ps. il secondo lo leggo dm..perkè dorvrei anke studiareee) kiss -.-

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