And you are...
You're exceptional
The way you are
Don't need to change for nobody
You're incredibile
Anyone can see that
When will you believe that?


giovedì, dicembre 09, 2010

Un futuro già vissuto, quinta parte: rosso, giallo, nero e viola

Fuori non pioveva più. Era la prova lampante che non era più il 4, ma il 3. La Seiryn del 4 mi ha detto che il 3 non aveva piovuto. Il 4, per il 3…il 2…dai, ragazzi, erano discorsi senza senso per persone senza senso. Ho dovuto prendere un quaderno e tracciare bene gli ultimi eventi per cavarne fuori qualcosa. Ricordavo ancora dove Seyo teneva i quaderni, molte volte glieli scroccavo. Non ho mai capito se se ne accorgesse e mi facesse fare, o se ero così bravo. Sta di fatto che il numero dei quaderni non diminuiva mai.

Tracciando con la penna, arrivai ad una conclusione.

Ero diventato pazzo.

Seyo sentì il rumore della penna, della scrittura, aveva un orecchio fine per questo. Aveva un orecchio fine per tutto. Non per nulla era il nostro chitarrista.
Entrò nella stanza lentamente. Aveva ancora addosso il pigiama, verso mezzogiorno sarebbe dovuto andare a lezione di chitarra. Non sapevo che dire, aspettavo che parlasse lui, ma non voleva cominciare. Allora, cominciai a parlare io.

“Sai…sai cosa mi è successo?”
In realtà la mia prima domanda era “Sai che giorno è?”
Ma non volevo far la parte del malato mentale subito.
“Hai presente quando sei partito per riprenderti il quaderno? Dato che non arrivavi, sono andato anch’io incontro a te. Per trovarti steso a terra alla seconda traversa della Tenkaichi Street.”

Ma allora, oggi è il giorno dopo ieri? Cioè, è veramente il 3? E il 4 è stato un sogno?

“Pensavo di chiamare la polizia, ma dato che non c’era nessun segno fisico pensavo che avevi avuto un crollo per il troppo lavoro, pensavo…”
“Tu pensi troppo, Seyo. Ti ringrazio per quello che hai fatto. Ma quindi ho dormito per più di 8 ore?”
“Così sembra. Non t’ho voluto svegliare, mi sono occupato io di alcune correzioni.”
“VERO! IL TOUR!”
“Non preoccuparti. La scaletta è pronta. Seiryn tornerà con le corde vocali pronte per esibirsi in Show me love, Seika è fuori città mentre Gikam sarà fuori ad esercitarsi con la batteria, come fa sempre. Noi, oltre la scaletta, non dobbiamo far nulla.”
“…però…”
“Però basta. Anche tu pensi troppo. Tanto da svenire in mezzo alla strada. Ora tu ti rilassi, alzi le braccia, e mi dici la prima cosa che ti viene in mente, ok?”
“Mmmm…Seiryn.”
Che poi in realtà avevo fame, però dire Ramen forse sarebbe stato fuori luogo.
“Ma sempre lì hai la testa?”

Veramente, avevo la testa all’immagine di lei che mi moriva tra le braccia, ma non potevo certo dirglielo.

“Cosa ti aspettavi che dicessi? Yakisoba?”
“Sarebbe stato più da te”

Cominciammo a ridere. Per tutta la risata, non pensai ad altro che ad essere fortunato di avere un amico come Seyo.

“Ah ah ah, a proposito, mio fratello mi ha chiamato, dice che scenderà qua per il mio compleanno”
“Wow, Seika sarà contentissima. AH AH AH!”
Passammo un’ora a parlare di pettegolezzi o, come si dice nella mia regione d’origine, “a ccuttigghiari”.
“E allora, quando scende? Direttamente il 31?”
“No, penso qualche giorno prima, sai, il tempo di riabituarsi”
“L’importante è non dirlo a Seika, se no ci salta il tour. A proposito, le date?”
“Ah si, me le hanno mandate prima via fax”
Accese il suo MacBook Pro. Mi chiesi tra me e me perché accenderlo se le date erano state mandate via fax, ma forse voleva farmi vedere qualcosa di particolare.
“Dopo andiamo da Akai, e aspetteremo tutti il ritorno di Seiryn, ok?”
“Oh beh, di certo non ti tengo lontano da Sairyn. Le date?”
Penso che chiunque altro, eccetto Seyo, mi avrebbe odiato a sentirmi dire sempre la stessa cosa.
“Eccole qua!”
Aprì un PDF dove c’era la locandina del Trespasser Tour, le canzoni in scaletta, e le date. Dal 10 al 20 tutti i giorni, poi dal 22 al 30. Il 31 poi era il compleanno di Seyo. Di Gennaio non c’era nulla.
“Gennaio?”
“Ancora è presto, Akai deve vedere quanto faremo con queste, è inutile mettere le mani avanti”

Se fossi stato da solo, probabilmente avrei distrutto tutto.

“Ok, conto nella sua esperienza. A proposito, chiama a Gikam, digli che stasera voglio vederlo. Dobbiamo organizzarci”
“E Seika?”
“Naaa, solo ragazzi. Difatti neppure Seiryn dovrà esserci. Solo noi tre, e se vorrà il signor Akai. Le ragazze per i piani sono sempre troppo delicate. Dobbiamo distruggere le credenze popolari. Finora siamo andati avanti trascinati dai vecchi successi. Ma qui è diverso. Questo terzo album rappresenta la svolta. Ci sono canzoni scritte da te. Ci sono canzoni cantate solo da me. Stiamo coverizzando la cantante che ha all’attivo il disco più venduto nella storia del Giappone. No, Seyo. Finora abbiamo nuotato in un piccolo lago, ma è ora che il lago confluisca in un oceano. Almeno, IO voglio nuotare in un oceano. Tu? Sarai con me?”
Emise un piccolo sorriso, flebile ma sincero. Dopo, mi strinse la mano.
“Certo. Akira e Seyo fino alla morte. E anche oltre. Ma le ragazze?”
“Sapranno dopo. A conti fatti, Seiryn deve cantare solo Show me love e altre tre canzoni, per il resto deve solo suonare. A proposito, abbiamo trovato il bassista che la sostituisce mentre canta solista?”
“Mmm…penso che dovresti parlare col signor Akai. Doveva occuparsene lui.”
“Ok, allora mettiamoci in marcia!”
“…io devo andare a lezione, tra un po’…tu invece dovresti riposarti!”

Mi sembrava di non fare altro, da molto tempo.

“No no, ho già dormito abbastanza, andrò da Akai e vedrò di organizzare le ultime pratiche. Mi accompagni tu?”
“Non si rifiuta un passaggio ad un compagno”

Ed è così che ci trovammo nella stessa macchina, in quel giorno di Dicembre che avevo saltato. Non so se il domani sarebbe stato come l’avevo visto, o sognato, o quello che fosse. Ripensai al tappeto. Quel 6 che diventata 5. Ripensai a quel vecchio. Forse, non esisteva nessuno dei due. L’avrei saputo quando, e se, sarei tornato a casa. Per ora, mi si prospettava davanti l’ennesima giornata di lavoro. Era il momento di parlare col capo.

Ci sentiamo alti con i bassi, ma bassi con gli alti. E se non fosse così, saremmo pretenziosi ed orgogliosi.

Arrivati lì, Sairyn uscì di corsa per salutare Seyo, poi entrammo assieme. Le chiesi di sua sorella, se si era fatta sentire. Mi rispose tranquillamente, ma si notava che le mancava, che quei giorni senza lei erano stati per lei interminabili.

Il sangue batte l’odio. L’amore sanguineo batte l’odio terreno.

Entrammo nella stanza, e vidi il signor Akai intento a contare, molto probabilmente, i costi e i ricavati del tour. Entrai di soppiatto. Fu contento nel vedermi. Ci sedemmo nel famoso salone dove iniziò tutto. Io, lui e sua figlia Sairyn.

“Allora, mi piacerebbe parlare del più e del meno, ma è meglio cominciare direttamente col lavoro. Allora, in primis, signor Akai, ha trovato il bassista?”
“Sì, l’ho trovato. Sarebbe giusto dire che non l’ho mai cercato. È il figlio del bassista del mio ex-gruppo, gli Slashion”
Ora che ci penso, il signor Akai non aveva mai parlato del suo ex gruppo. Ci ha fatto sentire giusto qualche registrazione, ma era molto vecchia e non si distinguevano bene le voci. La sua, però, mi era parsa di sentirla solo in qualche canzone, tipo una su dieci. Nonostante mi interessasse sapere di più sul tour, frenai la mia fretta e feci uscire la curiosità.

Il silenzio nasconde la verità. La parola nasconde il segreto.

“Mi scusi, signor Akai…ma questi Slashion…chi eravate? A parte lei, gli altri membri, chi sono? Hanno avuto carriere soliste? Sono diventati famosi? Sono morti? Quanti eravate?”
“…perché tutte queste domande?”
“Perché c’è sempre qualcosa da apprendere, da chi è più esperiente.”
“Mmm…ma si, perché no. Ascolta anche tu, Sairyn, dato che pure con voi non è che ne ho parlato parecchio. Avete visto solo qualche foto sparsa. Allora…”

Il signor Akai si sedette, incrociò le dita delle mani e abbassò lo sguardo. Sembrava essersi tuffato in tutt’altro mondo.

“Erano i lontani anni ’80…no, prima. Mi pare intorno al ’75. Eravamo tutti giovani e pieni di belle speranze. Ci siamo conosciuti tramite amici in comune. Siamo partiti in 10, ma alla fine siamo rimasti in 4. La cosa bella è che tutti avevamo un’assonanza con un colore. Il nome del gruppo fu messo perché volevamo dividere la nostra vita, con uno SLASH, e attivare la nuova, ossia ON. La I intermedia fu decisa dal nostro leader, perché diceva che “suonava meglio””

Strano, quest’ultima frase l’avevo sentita dire spesso a mio padre. Era del tipo che mi correggeva sempre, ogni sbaglio che faceva me lo faceva pesare e diceva altamente la versione correttamente urlando che “così suonava meglio”.

“Nel 1980, pubblicammo il nostro primo album. Siamo rimasti in vetta alle classifiche per tre mesi. Pubblicammo tre album in 5 anni. Abbiamo riscosso un successo all’epoca che nessuno poteva eguagliare. Ma poi, successe un imprevisto. Il nostro pianista, Saki, morì. Il nostro leader partì per un viaggio intercontinentale, e noi ci sciogliemmo. Io continuai nell’industria musicale, gli altri non so che fine abbiano fatto. Mentre cercavo il bassista, ho scoperto che pure Kuroi non è più tra i vivi. Morì nel 1986, un anno dopo lo scioglimento.”

Sembrava diventare sempre più serio. Se non fosse stato un uomo tutto d’un pezzo, sarebbe scoppiato in lacrime. Io non so se sarei resistito.

“Scusi…quella storia dei colori…cosa vuol dire?”
“Ah si, vero, scusa.”
Si alzò e prese un vecchio vinile, sicuramente anni ‘80. Vi erano raffigurati quattro uomini, ognuno circondato da un colore diverso mentre suonava uno strumento diverso.

“Rosso, giallo, nero e viola. Questo rosso sono ovviamente io, Akai, mentre suono la batteria. Ero pure la terza voce, ma cantavo in pochissime canzoni.”

Non ci somigliava per nulla. Il tempo fa miracoli. A volte in negativo.

“Questo viola è il pianista, ossia Saki. Saki Mura.”
“…Murasaki. Ora capisco perché il viola”
“È lui che morì nell’85, dando inizio allo scioglimento della band. Non abbiamo mai capito come successe. Probabilmente suicidio. Ben diverso da ciò che successe a lui, ossia Kuroi Yasa, il bassista e seconda voce.”
Ovviamente era quello in nero.
“Sua moglie, la madre del bassista che suonerà con noi, mi disse che suo marito era uscito un giorno per andare alla tomba di Saki, ma non torno più. Lo trovò morto vicino alla sua tomba, come se volesse morire insieme a lui. Da quel giorno, lei e suo figlio non vanno più ai cimiteri.”
“Dev’essere una cosa orribile, vedere i propri cari morire in maniera così tragica.”
“Morì più di 24 anni fa, ma l’ho saputo solo da poco. Non s’è mai saputo nulla di come morì, e lo imputarono come suicidio. Come, però, non si è mai saputo.”
Sairyn cominciò a presentare sintomi di pianto. Forse per questo il padre non aveva mai parlato con le figlie di questo.

Cercai di cambiare discorso.
“Il chitarrista è questo qui giallo, andando per esclusione, giusto? E doveva essere pure la voce principale, era lui il vostro leader, quello che dopo la morte di Saki partì?”
Strano, mi sembrava di conoscerlo. In quella foto non si capiva nulla, sia chiaro, però aveva uno sguardo familiare. Poi il giallo è un colore ricorrente nella mia famiglia.

“Sì, lui era il nostro leader. Il suo nome è Kiiro Legato. Non so se sia ancora vivo, so solo che nell’85 partì e non ho saputo più nulla di lui.”

Fissai più attentamente quella fotografia. Non potevo crederci. Aprii gli occhi, cercai indizi. Ma non si capiva nulla. La foto non dimostrava. La parola, sì.
“Qualcosa che non va, Akira?”
“…Kiiro Legato…è il nome di mio padre!! Quello che morì quasi 5 anni fa!”
Il silenzio piombò nella stanza. Forse, le mie parole non erano state prese in parola.
“Ma scusami, il tuo cognome non è Farey? E, di conseguenza, non dovrebbe essere il cognome di tuo padre?”
“No, il nostro vero cognome è Legato…abbiamo cambiato cognome dopo essere venuti in Giappone dieci anni fa per ambientarci meglio e, come diceva lui, perché “suonava meglio”. Ma non sapevo che lei lo conoscesse. Non sapevo che lui faceva parte di una band, non sapevo…non sapevo nulla.”

Un segreto, più a lungo viene tenuto, più rumore fa quando viene rivelato. È la teoria dell’implosione.

Sì, fuori non pioveva. Ma la tempesta era appena cominciata, nella mia vita.

FINE QUINTA PARTE.
(Ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale. Story by Brian Farey. All right reserved.©)

3 commenti:

  1. Beh devo dire che l'intreccio è stuzzicante e come sempre ci lascia in attesa della parte successiva.

    Comunque sia, mi permetto qualche piccolo appunto.

    1 - Per tutta la risata?? ahahah
    2 - Chiama Gikam, no "a Gikam"
    3 - Nel mondo reale il 3 dicembre non è affatto presto per le date di gennaio... anzi
    4 - Da quando in qua i laghi confluiscono da qualche parte?
    5 - Povera Seiryn, non ce la fa a suonare il basso mentre canta da solista? Potreste darle qualche DVD di Sting per esercitarsi
    6 - “Non si rifiuta un passaggio ad un compagno"... ahahahah
    7 - Diventata anzichè diventava hai scritto (solo un piccolo errore di battitura)
    8 - e diceva altamente la versione correttamente urlando che “così suonava meglio”. O_ò
    9 - Io non so se AVREI resistito... non sarei
    10 - Non GLI somigliava per nulla

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  2. I like it!
    dovrei studiare e sono qui a leggere -.- torno al dovere, tu torna al tuo..continua a scrivere!!! aspettiamo il resto!!
    ps. per il mio comply mi regali un opuscolo con un racconto breve?=D devi farti perdonare per il cd triste e random senza alcun retaggio d affetto dell'anno scorso=D ah ah ah (direbbe il papà d seyrin)
    kiss-.-

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  3. voglio il sesto!!!!! voglio sapere cosa si nasconde dietro a tuo padre!!!!!

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