And you are...
You're exceptional
The way you are
Don't need to change for nobody
You're incredibile
Anyone can see that
When will you believe that?


martedì, dicembre 21, 2010

Un futuro già vissuto, undicesima parte: un passato da scoprire

Il matrimonio era, finalmente, passato. Seyo partì per un viaggio di nozze intorno al mondo. La casa era così vuota quando Seiryn era a lezione di basso. Non che venisse ogni giorno da me, sia chiaro. Però sentivo la solitudine attanagliarmi e rigirarsi dentro me. Una parte di me voleva imparare ad andare nel futuro. Mi alzai e mi concentrai a più non posso. Prima di andare nel futuro, sicuramente mi sarebbe scoppiata qualche vena nella fronte. Cominciai a pensare alle emozioni che provavo. La prima volta…stavo parlando coi miei genitori. La seconda volta, dormivo. In effetti, ricordo di essere andato a letto vestito e di essermi svegliato col pigiama. Questo vuol dire che qualcuno, suppongo mia madre, mi avrà cambiato mentre dormivo. Ogni volta che viaggiavo nel tempo, avevo sempre vicino un parente. Ma allora due viaggi ancora non mi spiegavo. Quello quando sono andato avanti fino al 4, per poi tornare al 3, quando svenni per le vie di Tenkaichi Street. La seconda, invece, è stata al concerto. Quando quel vecchio mi ha trasportato.

Che sia un mio parente??

Feci uno schema mentale dei miei parenti. I miei genitori materni erano da escludere, visto che quell’uomo mi parlò della “Dinastia dei Legato”. Che poi che dinastia vuoi che si abbia, se abbiamo cambiato pure cognome. Mio padre era figlio unico. I suoi genitori morirono quando era ancora piccolo, e fu accudito da un suo zio. Ora che ci penso, mi disse che pure il nonno era figlio unico. Tutti i Legato maschi erano figli unici. Forse era questa la famosa dinastia. Ero destinato ad avere anch’io un solo figlio maschio?

Magari non ne avrei avuto neanche un figlio. Mai sopravvalutare il destino.

A parlare di figli unici e parentele, cominciai a pensare che forse era meglio preparare qualcosa per il mio, di matrimonio. Al signor Akai tutti questi matrimoni ravvicinati dovevano costare pur qualcosa. Doveva avere un fondocassa invidiabile. Avevamo già deciso pure la data. 20 Luglio 2011. Non mi importava che ci fosse l’estate, il mare, e così via. Mi bastava avere il mio gruppo. E sì, pure Izuru, almeno Seika avrebbe fatto la brava. Pensai di non avere molti amici all’infuori del gruppo. E non è che andavo creandomeli. Pure il figlio di Kuroi, quel bassista che aveva suonato con noi, dopo il tour non l’ho più sentito. Forse mi bastava quello che avevo. Forse imparavo ad apprezzare le piccole cose. O forse, come mio padre, non volevo creare legami all’infuori della band.

Seyo tornò dalla luna di miele per gli inizi di marzo. Seika era impegnata con lo studio, doveva dare gli esami di maturità a giugno, quindi non poteva assentarsi più da scuola dopo il tempo perso per il tour. Eppure per il talento che ha col piano, dovrebbero darle una borsa studio.

Questo mondo non riconosce mai i giusti meriti.

Gikam era sempre in giro, quando non era impegnato con la band stava a casa ad accudire la madre. Nonostante l’aspetto, era molto protettivo nei confronti della famiglia. Un figlio vuole sempre bene alla madre.

A tal proposito, ripensai a quella lapide che vidi nel futuro. La notizia ancora non l’avevo comunicata ai miei amici. Non ne sentivo il bisogno. O forse, avevo solo paura delle loro reazioni. Era una notizia tragica, in fin dei conti. E non mancava neanche molto tempo. Forse, dovevo intervenire per cambiare qualcosa.

Ma cosa dovevo fare, sfidare la morte? Sfidare il futuro?
Non mi sembrava il caso.
Chiusi gli occhi, tentando di riposarmi.
Vidi una macchina in fiamme.
Li riaprii.
Avevo dimenticato la crudeltà di quelle immagini. Quella ragazza così simile a Seiryn in tutto, che moriva tra le mie braccia. Poteva pure essere lei con le lentine adatte. Ma forse cercai di rifiutare questa mia idea con tutto me stesso.

Quindi, mi addormentai.

Il tempo passo velocemente. Diedi la partecipazioni a tutti l’8 aprile, mentre festeggiavamo il 19esimo compleanno di Seika. Aveva un aspetto bellissimo, maturava sempre meglio. Era davvero un dono della natura quella ragazza. Ed era ancora giovane.

Quando siamo giovani, ci sentiamo di poter conquistare il mondo. Ogni secondo che passa, il mondo ci sfugge.

I preparativi erano quasi pronti, mancavano solo le ultime ufficializzazioni. Chi dovevo invitare? Ovviamente il gruppo. Ma oltre loro non avevo realmente nessuno. Cercai di avvisare qualche parente. Ovviamente materno, data la stirpe paterna unica che avevo. Chiamai ai miei pro-zii, quello che avevano accudito mio padre nella sua fanciullezza. Forse, più per curiosità che per altro.

“Pronto…sono Akira…”
Le presentazioni durarono più del necessario.
“Mio padre mi ha parlato molto di te…dato che tra tre mesi mi sposo, volevo invitarti con la famiglia”
Mi sentii un’ipocrita in quel momento. Non avevo mai visto questa mia prozia, eppure dovevo invitarla.
“Scusami, perché mi chiami tu che neanche mi conosci? Passami a tuo padre, ragazzo!”
L’ignoranza può far dire frasi tremende.
“Mio padre è morto più di cinque anni fa, signora. È ovvio che se fosse stato possibile le avrei fatto chiamare da lui.”
“Cosa? Morto? Kiiro??”
Sembrò scioccata.
“Qui c’è lo zampino di quel pazzo di Stefano. Com’è morto?”
Chi era Stefano??
“Incidente aereo, mentre tornava in Italia.”
“No, allora non può essere stato lui…perdonami, figliolo, ma penso sia totalmente inutile che io venga al tuo matrimonio. In fondo neanche ti conosco. Volevo molto bene a tuo padre, ma io mi sono fermato a prima che entrasse nel suo gruppo, poi le nostre strade si sono separate.”
“…ok. Arrivederci.”
In effetti fu sollevato da quella risposta. Non toccai più l’agenda di mio padre per cercare altri numeri, non volevo far ancora la parte dell’ipocrita. Gli invitati li avrebbe portati Seiryn.

Erano i primi di Agosto quando il signor Akai decise di invitarci tutti a casa sua. Diceva che doveva fare un annuncio importante. Con quel caldo, potevamo anche andare al mare a parlare, volendo. Prima di parlare ci diede un po’ di tempo per parlare tra di noi. La chiamava “comunione fraterna”. Usai quel tempo per parlare con Seiryn, in privato.

“Il grande giorno si avvicina, vero? Non sei emozionato?”
“Emozionato è una parola che non rispecchia lo stato del mio animo. Al confronto, il tour è stato una bazzecola. Stiamo unendo le nostre vite. Stiamo…”
Un pensiero entrò nella mia mente. TI STO UCCIDENDO.
“…che c’è, Akira? Qualcosa che non va?”
“No…nulla. Dicevi?”
“Veramente stavi parlando tu. Mi raccomando, fai un discorso bello come quello che hai fatto al matrimonio di mia sorella, ok?”
“Contaci. Quelle parole erano dettate dall’amore che avevo nei loro confronti. Pensa che parole possono uscire se sei tu ad ispirarmi.”
“Ah ah ah, smettila di fare il poeta, mi fai impressione!”
In effetti, quando mi sentivo, mi facevo schifo da solo.
“Ok, usciamo la parte rude. Donna, sai per quale motivo il tuo babbo ci ha chiesto di incontrarci?”
“Certo che lo so! Ma non te lo dico!! Lo scoprirai a breve, nel futuro prossimo!”
Se avessi saputo come usare i miei poteri, l’avrei scoperto prima di “a breve”.
Ma il futuro prossimo era davvero prossimo. Il signor Akai ci chiamò. Scoprii molto dopo che in realtà avevo velocizzato il tempo per far si che venisse quel tempo.

“Ladies and gentleman (sempre con inglese pessimo)…siamo qui per celebrare due grandi eventi. Il primo, come ben sapete, è il matrimonio della mia seconda figlia, Seiryn, col qui presente Akira. Quando eravamo giovani, io e Jun decidemmo di non far sposare le nostre figlie per preservarle dal male di questo mondo. Ma abbiamo capito che non potevano vivere senza amore.”

E certo, papà. Meglio amare il nulla che odiare tutto.

“…e oggi posso dire di essere FIERO di avere questi due generi che in primo luogo amino le figlie, in secondo che amino la musica, e in terzo che amino la vita!!!”
Non capii molto il terzo punto. Ma era euforico, quindi non c’era motivo di contraddirlo.
“E questa è la prima notizia. La seconda…ti prego, Sairyn, vieni qui accanto a me…Vedete questa pancia? Ebbene, qui dentro c’è il MIO PRIMO NIPOTE!!!!”
Rimanemmo tutti stupiti, eccetto chi ovviamente lo sapeva. Sarei diventato zio. Che poi ragionandoci non diventavo affatto zio, ma era come se lo fossi.
“È rimasta incinta intorno ad Aprile, quindi dovrebbe partorire nella metà di Gennaio. Hanno anche già deciso il nome. In caso fosse femmina, lo chiameranno Jun. E se nasce maschio, lo chiameranno come il suo amato nonno!! Ah ah, Akai Karasu! Suona benissimo!!”
Forse per questo parlava di amare la vita, ed era così euforico. La serata continuò parlando di quando dovevamo riprendere il lavoro. Il signor Akai mi disse che potevo tornare a comporre non appena tornato dalla luna di miele. Avevo già parecchie idee, mi mancava solo di concretizzarle.

Ma fino al 20 luglio, non ci pensai.

Il giorno era giunto. Il tour magari mi avrà provato psicologicamente per sei mesi, questo mi proverà per tutta la vita. Era giunto il momento che i Farey si espandessero.

Era giunta l’ora che io mi sposassi.
Tsè, ne parlo come se fosse un lavoro. Dovevo sciogliermi, divertirmi.

Ragazzi, mi sposo!!!

FINE UNDICESIMA PARTE.
(Ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale. Story by Brian Farey. All right reserved.©)

3 commenti:

  1. questo episodio un pò più lento degli altri obbiettivamente, ma ho la pazienza di aspettare gli sviluppi e sopratutto di scoprire che è stefano anche se probabilmente ho capito!!!!

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  2. 1. La madre di un ventenne che cambia il figlio mentre dorme? In quale universo parallelo avviene ciò?
    2. Da quando in qua gli amici si creano?
    3. “Data la stirpe paterna unica che avevo”, sarebbe?
    4. Beh non mi sentirei di fare tanto il saputello nei confronti della prozia, solo per l’utilizzo errato dei complementi. La distinzione tra verbi transitivi e intransitivi sfugge a molti, spesso. Vero? Ahahah
    5. FUI sollevato… non io fu (errore usuale ormai, a quanto pare)
    6. La chiamava “comunione fraterna”… ahahahahahah

    Concordo con Fablogger. Anche se, quelle poche parole scambiate con la prozia al telefono potrebbero riservare belle sorprese. Comunque quanto meno definisco curioso il fatto che la prozia abbia collegato la morte di Kiiro con “quel pazzo di Stefano”… davvero strano.

    Vedremo. Attendiamo con pazienza.

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  3. episodio meno accattivante degli altri..più debole! versola fine inizia a vedersi una rincorsa per il decollo che però..fagghia!mmm puoi fare d meglio...!
    sintatticamente al solito un pò traballante e qualke errorino sia d battitura sia grammaticale nn manca. attendo la prossima parteeeeee!!!
    -.-

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