And you are...
You're exceptional
The way you are
Don't need to change for nobody
You're incredibile
Anyone can see that
When will you believe that?


sabato, dicembre 11, 2010

Un futuro già vissuto, sesta parte: I TRESPASSER

La notizia non era così eclatante da sconvolgermi…però mi avevo sconvolto ugualmente. Il signor Akai, mio futuro suocero, e mio padre, Kiiro, suonavano nello stesso gruppo, prima che io nascessi. Ha iniziato prima, ha finito prima. Sembrava quasi sbagliato che avesse fatto una cosa che lui voleva vietarmi, senza chiedermi il permesso. Non sapevo se ammirarlo. Non sapevo se detestarlo per avermelo tenuto nascosto. Ho conosciuto mio padre come commerciante, in Italia. Per tredici anni. Sapevo che era nato in Giappone, e lo si capiva anche dal suo nome, Kiiro. In effetti, non avevo mai conosciuto i miei nonni paterni, solo raramente avevo visto quelli materni, mentre quelli paterni in fotografia, ma nella loro gioventù, sarebbe stato impossibile per me riconoscerli. Eppure mio padre non aveva i lineamenti giapponesi, quindi pensavo che i suoi si fossero trasferiti in Giappone, avessero partorito e poi fossero tornati. In effetti, è un idea un po’ malsana di concepimento.

La mia realtà era stata scossa. Il mio passato cambiato. La mia famiglia rivoluzionata. Anche da morto, mio padre mi riservava delle sorprese.

Un morto non è realmente tale finché riesce a riservarti delle sorprese.

“No…ma dici sul serio? Tu sei il figlio di Kiiro? Di Kiiro Legato?”
“Così sembra…”
Uscii dalla tasca una foto dei miei genitori. Non ce l’avevo per commemorare o altro. Era per ricordare a me stesso che ero, e sono, figlio di qualcuno.
“Mmm…certo, qui è molto invecchiato…ma è lui, decisamente. Tuo padre non ha mai cantato o suonato la chitarra di fronte a te? Era meraviglioso in entrambe le cose.”
In effetti, nei miei diciott’anni di convivenza con lui, non avevo mai sentito la sua voce intonata ad un canto, né l’ho mai visto imbracciare una chitarra. Pensavo odiasse la musica. Forse per questo lo detestavo.
“No, nessuna delle due. Forse voleva nascondersi da qualcosa. Allora, secondo la tua storia, nel 1985 lui è venuto in Italia. E la cosa in effetti coincide, io sono nato nel 1987. Ma non penso che rinnegasse a tal punto la musica per via della morte del suo compagno.”
Cominciai a pensare che, forse, era stato lui ad uccidere Saki. Per poi fuggire in Italia. Ma non poteva essere. Non potevo essere il figlio di un assassino. Almeno, mi convinsi di questo.
“No, quale rinnegare…siamo stati una settimana insieme, quando successe quel tragico evento. Lui rimase più scosso di me, ma si consolava suonando qualche pezzo o cantando più forte che poteva. Non sembrava affatto intenzionato a lasciare il mondo della musica, almeno fino a quando non partì, lasciando solo questo biglietto a me e all’ormai scomparso Kuroi.”
Aprì uno dei suoi cassetti, con una chiave nascosta dentro un altro cassetto a sua volta chiuso da una chiave che teneva sempre con sé. Fece così tanti giri di chiave che mi persi, però capii che il contenuto di quel cassetto era importante.

Aprire un cassetto è difficile tanto quanto è stato chiuderlo.

Quel cassetto conteneva poche cose. Le copie originali dei cd degli Slashion, una foto di lui con, penso, sua moglie, e la famosa lettera scritta dal mio sconosciuto padre. Akai me la porse e la lessi, molto lentamente, ad alta voce.

“Perdonatemi se non ho il coraggio di dirvelo di presenza;
perdonatemi se le ultime cose che escono dal mio cuore escono da una penna e non da una bocca;
parto per l’Italia, sicuramente non tornerò più in Giappone, ho alcuni affari in sospeso e non voglio più rimandarli più di quanto li abbia già rinviati.
Akai, continua sempre nella musica, qualunque cosa accada. Rimarrai sempre il mio migliore amico.
Kuroi, sei il miglior bassista che abbia mai conosciuto. Ti raccomando, persegui nel tuo sogno.
Ci vediamo in un’altra vita.
Il vostro Kiiro Legato, per sempre.”

Mi scappò una leggera risata. Quel “Ci vediamo in un’altra vita”. Era di sicuro mio padre.

“Allora...? Riconosci qualcosa? La scrittura, lo stile…?”
“Si, è lui. Boh, da quando hai fatto il suo nome ad adesso ho avuto molto tempo per rifletterci su”
“Ma se non è passata neanche un’ora…”
“Lei mi sottovaluta, signor Akai. Una cosa è sicura. Se ci pensassi troppo, mi distrarrei troppo da ciò che adesso è realmente importante, cioè il tour. A tal proposito, vorrei andare a conoscere il figlio di Kuroi. Se il suo collega è morto 24 anni fa, oggi ne dovrà avere minimo 25. Vorrei conoscerlo il prima possibile, se non le dispiace.”
Forse volevo solo cambiare discorso. Lo dissi in una maniera fredda, quasi a dire al signor Akai di lasciar stare il discorso. Ero seccato. Ma non volevo che i miei sentimenti turbassero la quiete del gruppo.
“Sicuro di non voler sapere più…”
“No, signor Akai. Mio padre, prima di morire, voleva portarmi con se in Italia stroncando la mia carriera. Disubbidendo, ho mantenuto la vita, ho raggiunto il mio scopo, ne raggiungerò un altro a breve. Non so se per questo possa imputarmi come un cattivo figlio. Ma di certo non ho nulla da rimproverarmi. E se ora questo vogliamo metterlo da parte almeno fino alla fine del tour, andiamo dal bassista.”
“…ok, come vuoi, Akira. Andremo a casa Yasa, poi andremo a prendere Seyo…”
“? Non ha la macchina? Perché dobbiamo andare a prenderlo?”
“Per camminare tutti con una macchina. Non è che possiamo camminare con dodici mezzi di locomozione solo per andare dalla tua ragazza. Non voglio sporcare il mio Paese così. O hai intenzione pure tu di tornare in Italia? AH AH AH!”
Era tornato il signor Akai, scherzoso. Buttava sul comico pure quella situazione triste che, di sicuro, m’avrebbe rovinato la notte. Forse, Seiryn sarebbe stata l’unico essere umano che poteva calmarmi.

Non è bello saper di dover passare una notte in preda ai pensieri.

Conobbi il figlio degli Yasa, un 27enne abbastanza bravo , sicuramente più di Seiryn. Non mancai di porgergli le mie condoglianze, anche se lui ricordava ben poco del padre. Parlai con la madre, una donna di mezza età abbastanza affranta dalla vita. Non lavorava più da quando il figlio cominciò a suonare nei locali, ma il peso della morte strana del marito e della crescita di un bambino gravò pesantemente nella sua vita. Purtroppo, sapeva poco su mio padre. Sembrava che si apriva solo con i membri della band.

Dopo aver fatto conoscenza, lo salutammo ricordandogli di mostrarsi il giorno seguente per le prove generali.

E uno è fatto.

Cominciammo ad andare da Seyo, avevamo giusto il tempo di andare a prenderlo e Seiryn sarebbe tornata. Che poi, non è che abbia capito molto il giro fatto. Nel giorno 4 che ho sognato, lei mi ha detto che era tornata a casa dei suoi. Ma allora noi dove stavamo andando, al confine ad aspettarla? NON È CHE STAVAMO MODIFICANDO IL FUTURO?

Conferma che quello era stato solo un sogno. Almeno, lo speravo.

Arrivammo al confine con Seyo alle 14.32 circa. Lei era prevista per le 14.45. Se avessi chiesto alla Seiryn del 4 l’orario preciso del suo varco, avrei avuto la conferma riguardo alla mia psicolabile situazione. Ma forse non era più necessario. Il futuro stava cambiando.

Anche se nessuno disse che cambiava in meglio.

Sicuramente, era arrivata prima di noi. Era andata pure lei fuori città, per diventare più brava, come Seiryn. Ma doveva tornare non prima del 5. Sta di fatto che Seika Desyo, la nostra pianista, era lì.

“Akiraaaaaaaaa!!! Seyoooooooooo! Sairyyyyyyyyyn! Misteeeeeeeer!”
Odiavo il suo modo di urlare. Ma era la nostra pianista. E poi, era anche bella. Bellissima. Azzarderei dire più di Seiryn. Ma solo esteticamente. Per il resto, Seiryn for president.

“Ma siete tutti qua? Mi stavate aspettando?”
“E come pensi che fosse possibile, se avevi detto a tutti noi che tornavi il 5?”
“Ma lo so che i miei colleghi mi vogliono così bene che mi leggono nel pensiero, vero?”
C’erano delle volte in cui odiavo il suo modo di fare, sempre così allegro, così vispo. Ma, molte volte, è stato il suo buon umore a riportarci nella giusta via. Un gruppo demoralizzato non serve a nulla. Lei era il nostro jolly. La volevamo bene. E lei ne voleva a noi. Special modo alla famiglia di Seyo.

Attendemmo la venuta di Seiryn tutti e cinque, in trepidante attesa. E non si fece attendere. Corsi da lei a braccia aperte, seguito dalla famiglia e dal gruppo. Si chiese perché eravamo tutti lì, che non se l’aspettava minimamente. Non potevo certo dirle che ero lì per modificare il futuro.

Cominciammo a spostarci verso casa Shiteru tutti e 6, io e lei con la mia macchina e gli altri 4 con la macchina del signor Shiteru. Cominciammo a parlare, del suo viaggio, di come lei aveva imparato bene l’inglese, di come aveva esteso la sua voce e di come aveva raggiunto egregiamente le note più alte di Show me love.

Il giorno 4 si stava integrando col 3. Alla faccia del destino.

Arrivammo tutti a casa Shiteru dove attendemmo l’arrivo dell’ultimo membro del gruppo. Nel frattempo, raccontai a Seyo, Seiryn e Seika di quello che avevo scoperto su mio padre. La prima ad abbracciarmi, ovviamente, fu Seika. Seguita da Seiryn, dove però mi disse nell’orecchio alcune parole di conforto, tutte in perfetto inglese. Voleva rendermi fiero di lei. E ci era riuscita.

Fu allora che entrò il nostro batterista. Gikam Irai.

L’avevamo conosciuto al secondo anno d’università, io e Seyo. Si evinceva la sua passione per la batteria da come parlava, da come stava seduto, da come faceva girare le bacchette. Suonammo qualche pezzo insieme per tutto il 2007 rimanente, prima di conoscere Seiryn nei primi giorni del 2008 ad un concerto live che facemmo in un locale nei pressi di casa Shiteru. Fu così che si formò il Trespasser, chiamato così perché volevamo passare le tre S, ossia Soldi, Successo e Soddisfazione. Nella mia mente, però, c’era un altro motivo per cui lo chiamai così. Mio padre diceva sempre che un Trespasser è colui che non rinuncia mai ai suoi obiettivi. E concludeva tutto dicendo che “suonava meglio”.

Cominciammo a discutere di varie cose, del tour, di quante tappe avevamo esaurito, sul fatto di sorprendere tutti con l’esibizione di Seiryn con Show me love. Seiryn mi disse che aveva una sorpresa per noi in quest ambito, ma ce l’avrebbe rivelata solo sul palco. Decidemmo la scaletta. Tutti furono d’accordo per fare una versione rock di Saikyou all’inizio, ed una versione melodica dove interveniva il genio di Seika alla fine, per far entrare in visibilio il pubblico. Gikam era l’addetto agli effetti speciali, a modo suo. Gli piacevano molto gli effetti pirotecnici. A mio avviso, lo faceva solo per farsi vedere da Seika.

Arrivati ad un certo orario, io e gli altri ragazzi ci trasferimmo in un’altra stanza, dove potevamo parlare da soli, esattamente come volevo.
“Ragazzi, voglio dirvi solo una cosa.”
La cosa bella è che integrai il signor Akai nella dicitura “Ragazzi”
“È da quasi tre anni che siamo uniti, da quando è nato questo progetto con la speranza di riuscire. Spero che nessuno di noi abbia detto a se stesso che il progetto era pretenzioso. Stiamo per superare la soglia che non ci permetteva di superare quell’invisibile muro per portarci alla gloria eterna. Non perché ne siamo degni. Ma perché ce la siamo meritata. Abbiamo lavorato duro. Il signor Akai ci ha concesso le sue figlie e lui stesso ci ha concesso la sua enorme esperienza. Tu, Gikam. Hai usato il tuo talento nella batteria per creare composizioni bellissime e vere opere d’arti. Tu, Seyo, hai un dono con la chitarra che non devi invidiare a nessuno, hai una voce bellissima e sei anche un autore di tale fattura. Io ho messo un impegno minimo al vostro confronto, sono solo l’autore e l’organizzatore morale. Ma sul gruppo che fondammo tre anni or sono, qui promettiamo che ogni nostra parte del corpo la useremo per portar a termine ciò che ci eravamo preposti, ossia essere qualcuno nel mondo della musica!!”
Io stesso mi sorpresi del mio discorso. Gli altri cominciarono ad applaudirmi a ruota. Io stesso applaudii insieme a loro, quasi non riuscivo a smettere di piangere. Eravamo giunti alla svolta.
Festeggiammo, come al nostro solito, eccedendo.
Sairyn accompagnò Seyo a casa, mentre Seiryn si occupò di me. Nonostante avessi promesso di non bere, non potevo stare lontano mentre gli altri si divertivano. Gikam dormì lì, dato che le persone ancora senzienti erano appena andate via. Seika andò via con Sairyn.
“Senti, Sairyn…per caso sai quando scende tuo cognato?”
“Ancora? Me lo chiedi ogni volta che mi vedi…ma non l’hai chiesto a Seyo?”
“No, non ho avuto il tempo…in macchina sembra sempre assorto tra i suoi pensieri”
Il resto Seyo non riuscì a capirlo e a riferirmelo, dato che poi crollò.
Stessa cosa per me.

Finalmente, era giunto il giorno della verità.

Pioveva. Costantemente, sembrava non finire mai. Ogni goccia che cadeva mi dava fastidio. Volevo sapere se stavo vivendo un giorno od un replay. Poi, finalmente, entro Seiryn.
Non parlammo del mio sogno, dato che non lo ebbi. Però il resto della discussione era identico.
Avevo modificato il minimo? O forse, cercavo di adeguare il presente al futuro che avevo visto?
Sta di fatto che dovevo ugualmente andare da Seyo, dato che ieri nella sbornia più totale, dimenticai il quaderno a casa sua. Prima di uscire controllai il tappeto. Innegabile, il 6 sbiadente c’era. Il 5 che appariva c’era. Ma non gli davo molto peso. Ero leggero. Ero calmo. Anche se avessi incontrato il vecchio, sarei stato tranquillo.

Ma non lo incontrai. Incontrai qualcosa che mi turbò, invece.

La pioggia lo stava cancellando, ma dove doveva esserci il vecchio, incontrai un cartellone. Che non poteva essere per altri che per me.

“SPERO CHE LA CHIACCHIERATA DI IERI TI SIA SERVITA. O FORSE DOVREI DIRE OGGI? NON IMPORTA, L’IMPORTANTE È CHE NON FERMI LA DINASTIA DEI LEGATO! CI INCONTREREMO PRESTO, NOI DUE! E ALLORA, TU SFIDERAI IL TUO FUTURO!    S. L.”
Era inquietante. Ero spaventato.
Tremai. Piansi.
Poi mi ripresi.
Corsi verso casa di Seyo a più non posso, senza pensare. Finché arrivai. Appena arrivato, mi buttai nel letto.

Ero stanco di quei vestiti. Era da 3 giorni che li indossavo. O due. Non lo so, non è che mi pesasse tanto. Solo, ero stanco di avere sempre questi vestiti. Volevo variare.
Seyo provò a parlarmi. Gli spiegai a grandi linee i miei sogni, il giorno futuro. Non gli dissi nulla del tappeto e del vecchio. Mi disse che avevo bisogno di riposo, che questa storia del tour mi stava facendo impazzire. Ma io sapevo che non era solo pazzia.

La mia allegria si dissolse. Ero tornato alla realtà. Io avevo un dono. Ma non avevo idea di quale fosse.

Ma non avevo tempo.
Dal 5 all’8 facemmo le prove generali. Eravamo pronti. Il 10 era finalmente giunto.

Era giunta l’ora che i Trespasser si facessero valere.
Era giunta l’ora che IO mi facessi valere

FINE SESTA PARTE.
(Ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale. Story by Brian Farey. All right reserved.©)

5 commenti:

  1. 1 – Il primo paragrafo è un po’ contorto.
    2 – Credo sia difficile che Akai potesse conservare i CD originali degli Slashion. Non tutti per lo meno. Visto che il primo album è del 1980 e il primo CD musicale fu The visitors degli ABBA, datato 1981.
    3 – In teoria se Kuroi è morto 24 anni fa, suo figlio potrebbe anche averne poco più di 23. Qualora fosse morto subito dopo il concepimento.
    4 – “…possa imputarmi come un cattivo figlio.” Non esiste in italiano credo una costruzione verbale così. Sarebbe meglio “…possa imputarmi il fatto di essere un cattivo figlio”
    5 – “Sembrava che si apriva” credo sia errato.
    6 – “Arrivammo al confine con Seyo alle 14.32 circa. Lei era prevista per le 14.45” ??? o_ò
    7 – La venuta di Seiyrin -_-
    8 – Praticamente Seiyrin ha fatto un viaggio a Lourdes
    9 – Seguita da Seiyrin, DOVE però mi disse? Non mi suona affatto. Meglio un bel LA QUALE o CHE.
    10 – “Stiamo per superare la soglia che non ci permetteva di superare quell’invisibile muro per portarci alla gloria eterna.” Oh mamma saura… ha ragione la gente quando dice che sei contorto… ahahah
    11 – Opere d’artE, non d’arti. Oppure è un gioco di parole visto che il batterista usa proprio tutti i suoi arti per fare arte.
    12 - …di tale fattura. Non c’entra nenti.
    13 – Nonostante qualche piccolo errore che fedelmente noi fan provvediamo a portare alla tua conoscenza… sei un grande. Grande Pathos, grande Climax, grande fantasias.

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  2. - SEI LEGato alla dinastia dei LEGATO.
    - LE TRE S SONO: SOLDI , SUCCESSO E FAMA.
    PER IL RESTO GRANDE, IN ATTESA DEL SETTIMO CAPITOLO....PERCHE NON FAI UN COFANETTO NATALIZO E LO REGALI AI TUOI AMICI(-.

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  3. 1. “La notizia non era eclatante da sconvolgermi”. Mmmm..scoprire che il babbo di akira, ormai morto, lo stesso babbo che si era scagliato contro le passioni del figlio, lo stesso babbo “ca pareva chiddu can n ci cuppa”…aveva alle spalle un passato da musicista in una band…e in più,come se non bastasse, la stessa band in cui suonava il padre della futura moglie di Akira……NON ERA UNA NOTIZIA ECLATANTE PER CUI SCONVOLGERSI?...Epic Apatic!XD

    2. “In effetti, non avevo mai conosciuto i miei nonni paterni, solo raramente avevo visto quelli materni, mentre quelli paterni in fotografia, ma nella loro gioventù, sarebbe stato impossibile per me riconoscerli” contorto tanto quanto semplificabile

    3. I suoi avessero partorito è fantastico, anche se nn riesco a visualizzare il padre d kiiro ke partorisce…=P


    4. Un morto non è realmente tale finché riesce a riservarti delle sorprese. Detta così mi ha turbata un attimo, ma in effetti anke foscolo credeva alla perpetuazione della vita dopo la morte tramite la memoria, al carattere eternante dell’arte (per il suo autore)…per cui il concetto del “morto non morto” te lo concedo, è di matrice letteraria! =P

    5. Essere meraviglioso nelle cose non si po sentiri

    6. Con la sua penso moglie….espressione stefanesca al 100%...da cambiare

    7. E non voglio Più rimandarli Più di quanto………ripetizione evitabile

    8. Ad adesso????????????

    9. Mi distrarrei troppo….un altro troppo dopo due parole…(l intervento delle anafore è?)

    10. Akira tr freddo per essere un essere umano, il signor akai(lo stesso ke ripone un foglio in un cassetto kiuso da un miliardo d kiavi in perfetto stile matrioska) non può rompere così l atmosfera…con quella risata ebete. Troppa incoerenza…poco realismo

    11. Gravò pesantemente sulla sua vita

    12. Sembrava si aprisse solo con i membri della band

    13. Ricordandogli di MOSTRARSI?????

    14. E uno è fatto. Epic step!
    Ps. Ho fatto fino a qui..la seconda parte più tardi!!!kiss -.-

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  4. 14. lei era prevista? Lei? O il suo arrivo?
    15. era bella più d seyrin? Ma se prima d incontrare seyrin sembrava nn avere interesse per il mondo femminile e fosse “incapace d giudicare”( come si dikiara spesso il suo creatore)! Inconcepibile! Seyrin for president ………..O.O sei pessu!
    16. LE volevamo bene
    17.mi ricorda qualcuno questa pianista. QualcunA.. “pazza,esaurita, folle, unica..ecc” come ha sempre amato definirsi. Seika..anche il nome è un messaggio subliminale in tal direzione. Chissà se prima o poi troverò un personaggio come me(una saika….xD), dato che ci sto ritrovando diverse persone in qst descrizioni..
    18. Di come avesse imparato, avesse esteso, avesse…ecc. (esteso la voce è pietoso dai!)
    19. Seguita da seyrin, CHE mi disse ALL’orecchio. (Ma nn ti sembra un momento poco oppurtuno per farla vantare del proprio inglese?????-.-)
    20. Gikam…ricorda Jim class….e anke la batteria….comincio a essere l unica nn citata-.-
    21.I like VISIBILIO
    22.integrai il signor akai? Meglio includere, che integrare..in qst caso
    23.Ci ha concesso le sue figlie, mi ricorda orgoglio e pregiudizio….e il commercio dei matrimoni …xD
    24.tale fattura?partita iva? “Di una certa mole” in caso.
    25.ecco…akira beve…mi ricorda qualcuno che dice di non essere akira…
    26.costantemente o devi INTEGRARE(xD) a “pioveva”, non a “sembrava non finire mai”
    27.entrò con l accento sulla o
    28.sbiadente? faccina ke vomita…=P
    29. “Era inquietante. Ero spaventato.
    Tremai. Piansi.
    Poi mi ripresi.
    Corsi verso casa di Seyo a più non posso, senza pensare. Finché arrivai. Appena arrivato, mi buttai nel letto.”…un bel climax ascendente che rende dinamico il racconto..bravo!
    30.akira era stanco dei suoi vestiti impicati addosso col lippo ormai…prendi esempio step =P ahaha
    31.mi piace la conclusione! Dinamica, anche questa.
    …C è qualke parte del racconto un po’ stagnante..in cui ti impantani in discorsi che potrebbero assumere toni diversi, ma la trama funziona..per cui..continua così…SCRIVI, SFOGATI E FACCI SOGNARE(le tre esse…xD…qst è per quel pazzo d fabrizio ahaha)

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  5. e.c. 26.costantemente LO devi integrare*

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