And you are...
You're exceptional
The way you are
Don't need to change for nobody
You're incredibile
Anyone can see that
When will you believe that?


venerdì, dicembre 03, 2010

Un futuro già vissuto, seconda parte: prologo

Pioveva. La pioggia incessante martellava ancora nella mia testa. Lei, unito al trambusto avuto il giorno prima, hanno creato in me una situazione senza precedenti.
Avete assistito alla mia situazione strana di ieri, ma solo ora mi sono accorto che non mi sono presentato come si deve.
Il mio nome è Akira Farey, ho 23 anni. Abito in Giappone da più da 10 anni ormai, mi sono trasferito insieme ai miei per motivi a me ancora sconosciuti, e che a conti fatti non saprò mai, dato che li persi in un incidente 4 anni fa. Dovevo esserci pure io in quell'aereo, invece ero in studio di registrazione. Faccio parte di un complesso musicale, i Trespasser. Il nostro primo singolo, Saikyou, è stato lanciato 2 anni fa, mantenendoci in vetta all'Oricon Chart per più di un mese.
La nostra band vanta cinque membri: io sono lo scrittore, compositore, voce secondaria ed il fonico; il mio migliore amico Seyo Karasu è la voce principale ed il chitarrista, oltre ad autore di alcune canzoni. Poi vi sono altre tre persone che presenterò a tempo debito. Eccetto una, la voce femminile e la bassista, che presenterò adesso, ossia Seiryn Shiteru.

Era il, ormai lontano, 2005 quando io e Seyo, conosciutici all'ultimo anno di superiori, decidemmo di fondare un gruppo. Io avevo scritto molti testi e avevo una voce non invidiabile, lui invece era un abilissimo chitarrista. I nostri sogni coincidevano. Il nostro cuore era dedito in una sola direzione. Nessuno poteva fermarci. Nessuno.

Cominciammo l'università proprio appena finita la scuola superiore. Non volevamo perdere tempo. Pensavamo a fare dei lavoretti la sera, laurearci la mattina e suonare il pomeriggio. Sarebbe stato asfissiante fino a che una delle tre cose non si sarebbe ridotta, ma la salute va in secondo piano, quando al primo c'è un sogno che vale la vita stessa.

Ricordo il giorno prima dell'entrata all'università, quell'ormai lontano 18 ottobre 2005. Ci siamo divertiti come poche volte nella mia vita. Nel mio paese natale, in Italia, non m'ero mai divertito così tanto. A volte i miei organizzavano qualcosina, ma mi sentivo un pesce fuor d'acqua in quella nazione, forse per via di quello che i miei mi raccontavano del Giappone. Da come me ne parlavano, sembrava che il mio destino fosse qui. Se le opere di un libro potessero accadere solo in determinate circostanze.

Il 19 ottobre, entrammo nell'università. Eravamo sempre spavaldi, sempre che ridevamo, mai ci facevamo vedere scontenti o, nel caso specifico, stressati. Le occhiaie molte volte parlavano per noi, quindi avevamo deciso di conoscere meno gente possibile per evitare i loro dialoghi. Decisione durata esattamente 12 minuti. Una volta arrivati in aula, Seyo non capì più nulla.

Lì, inizio un nuovo capitolo della nostra vita.

Al secondo banco, Seyo vide una, come la definisce lui, "visione che l'occhio mandorlato di un giapponese non può contenere". Le si avvicinò, le parlò, mi lasciò solo, con la nostra decisione appena distrutta. Se fossi stato in Italia, anche l'amicizia si sarebbe distrutta. Ma avevo intenzione di lasciarlo discolpare alla fine, sennò avrei commesso gli stessi errori fatti nel passato.

A fine lezione, me la presentò: Sairyn Shiteru, 17 anni. Era un anno avanti, un piccolo genio. Da lontano non l'avrei mai riconosciuto, ma devo ammettere che aveva una bellezza tutta particolare. Non sembrava neppure orientale. Se avesse avuto i capelli neri, sarebbe stata la causa di un litigio con Seyo. Sta di fatto che Seyo si scusò per il suo comportamento, capì di essersi comportato male, e che questa frequentazione non avrebbe interferito col nostro lavoro. Lo speravo per lui, perché io sarei andato avanti a prescindere da lui. Non per dire che lui fosse inutile, ma perché io ero determinato.

Quella ragazza, invece di portare disturbo, portò la rivoluzione. Suo padre era un discografo. Ricordo ancora la faccia di Seyo quando me lo disse. Tra l'altro, Seyo mi disse che era un fonico eccellente sia nel mixer che nella lavorazione audio. Campo a me sempre piaciuto, quindi le chiesi qualche lezione, quando le fosse possibile. Inutile dire che tutto confluiva in una sola risposta: dovevamo andare a casa sua.

Erano i primi mesi del 2006 quando finalmente avevamo deciso il giorno per andare nello studio, che era fuori città. La settimana prima, come forma di cortesia e per farci conoscere alla famiglia, Sairyn ci invitò a casa sua. Ormai sembrava essersi fidanzata con Seyo, mancava solo l'ufficializzazione, con Seyo parlavamo molto raramente di questo, eravamo sempre impegnati e quelle poche volte che riuscivamo a parlare sceglievamo i testi e le melodie migliori per i nostri pezzi. Lui forse era rilassato, ma io ero pienamente stressato. Università di mattina, studio più composizione il pomeriggio, lavoro la sera, la notte ripassavo qualcosa nel campo fonico. Dormivo 4/5 ore a notte, eccetto la domenica, dove toccavo le 15 ore. Vedevo pochissimo i miei, e quelle poche volte rispondevo loro pure male. Mi bastava che mi preparassero il mangiare, poi non volevo sapere nulla, ero ultra impegnato e ultra stressato, loro avevano i loro problemi e io i miei.

Almeno questo pensavo.

Il giorno in cui andai a casa di Sairyn, ricordo che mia madre mi chiese dove dovevo andare...
"Caro, dove vai?"
"Saranno fatti miei dove vado, o no?"
Mio padre entrò nella stanza, scontento di quella risposta scortese.
"È modo di rispondere a tua madre?"
"Se le dassi una risposta completa impiegherei troppo tempo, quindi preferisco non dire nulla. Se riusciremo a stare nella stessa stanza per più di dieci minuti poi ve lo dirò."
"COME..."
Non ricordo se disse "osi" o qualche altra parola, so solo che al suo "come" un'aereo entro dentro la mia stanza, distruggendo tutto e prendendo mio padre in pieno. Io assistevo impotente alla scena, mentre mia madre si avvicinava a me, dandomi uno schiaffo.

Quello schiaffo mi riportò alla realtà. A volte abbiamo bisogno di uno schiaffo per distinguere il bene dal male.

L'aereo era scomparso, mio padre era ancora davanti a me che continuava la predica, io non lo stavo più ascoltando. Pensai tra me e me di essere realmente stressato e di non connettere più. Me ne andai mentre lui ancora parlava. Ero troppo stressato per notare il numero 7 incisa a fuoco nel tappeto. Difatti, non la notai finché non tornai a casa.

A metà strada, incontrai Seyo e Sairyn che si erano incontrati prima. Dopo un po' di chiacchere ci incamminamo verso casa Shiteru. Dovevamo conoscere il padre e la sorella, dato che la madre era morta 12 anni prima in Italia. A sentire il nome di quella nazione stava per uscirmi una lacrima. Almeno pensavo, dato che Seyo mi disse che uscì davvero. Spiegai a Sairyn che venivo dall'Italia, per questo mi aveva colpito, e le dissi che mi dispiaceva. Mi sorrise e guardò avanti. Ripensai al fatto che se avesse avuto i capelli neri ed un viso più delicato, sarebbe stata perfetta. Certo, chi si accontenta gode, ma di certo non poteva replicarsi, lei ormai era di Seyo.

I sogni son desideri, ma non sempre i desideri sono sogni.

Entrai in quella casa intimorito, i padri single in carriere avanzate solitamente non sono molto cordiali. Per fortuna, il mio sesto senso quel giorno l'avevo lasciato a casa.

"Prego, entrate, voi dovete essere gli amici musicisti di mia figlia, vero? Io sono Akai Shiteru, è un piacere conoscervi!"
"Beh, se devo essere onesto, è lui il musicista, io sono un compositore ed uno scrittore...sono qui per voler imparare più che dilettarmi a far altro. Comunque, piacere, Akira Farey."
"È un piacere conoscerla, signore. Sua figlia mi ha parlato molto di lei. Il mio nome è Seyo Karasu. Se non le spiace, dopo vorrei parlarle di sua figlia in privato."
"Ah ah ah, ok, penso anche di sapere cosa deve dirmi. Sa, io e le mie figlie non abbiamo segreti. Ora, se non vi dispiace, potete accomodarvi nel salone, così possiamo sederci e parlare."
Ero ancora sovrappensiero sulla bontà di quell'uomo così impossibile, quando il primo dei sensi, ossia la vista, mi abbandonò.

Il sogno era appena diventato realtà.

Era lì, seduta sul divano, con la mano pronta per coprire un eventuale sbadiglio. La versione mora e pulita di Sairyn. Penso che sarei rimasto imbambolato per mezz'ora buona, neanche l'investimento di Seyo sulle mie spalle mi aveva smosso. Doveva pronunciarle lei, delle parole, per risvegliarmi dalla trance.

"Cosa c'è da fissarmi? Sono così bella?"
Urka, se era bella. Ma penso che se le avessi risposto così, avrei avuto un biglietto di sola andata con calcio nel posteriore annesso per casa.
"Questa è la mia secondogenita, Seiryn. Anche lei è una musicista, sta studiando il basso oltre ad avere una meravigliosa voce. Spero diventiate amici con lei come lo siete con Sairyn"

No, papà. L'amicizia non la voleva nessuno.

FINE SECONDA PARTE
(Ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale. Story by Brian Farey. All right reserved.©)

4 commenti:

  1. Mi sto appassionando sempre di più, continua! Mi piace, qualche imperfezione linguistica e qualche minuscolo cambiamento lo farei, ma mi piace! Se scrivi con intenzioni serie, mi accollo la revisione! (Io sono dell'idea che si deve raggiungere il massimo della perfezione possibile in ogni occasione, anche in un blog seppur non lo legga una famosa casa editrice..per cui PENSACI)!
    ps. 1.se ti trasferisci in giappone a 13 anni i tuoi DEVONO darti una motivazione, a meno che tu siam un vegetale non dotato di parola. Magari più tardi ti accorgi di come essa fosse solo una scusa, ma una "motivazione ufficiale", per quanto inverosimile, deve sussistere!
    2.il nostro cuore era dedito in una sola direzione? controllare significato di 'dedito' e preposizioni che può reggere
    3. "..fosse qui"...qui dove?Italia o Giappone?nn si evince chiaramente,un indizio in più sarebbe opportuno
    3. "questa frequentazione"...sostituire con termine più giovanile e opportuno
    4.discografo? Sono ignorante in materia, potrebbe essere una figura del campo che non conosco, potrebbe essere un errore (ai posteri l ardua sentenza)
    5. "quando le fosse possibile" tempo sbagliato in correlazione alle altre proposizioni del periodo.
    6. questa è fantastica "tutto confluì in un'unica direzione(dici all'incirca, con temini capaci di creare grande aspettativa e con un tono abbastanza soenne, da uomo colto)...dovevamo andare a casa sua( fantastico, distruggi l atmosfera in un modo che riesce a farmi emoziononare..questo è lo stile stefanesco..sei un grande =D)
    7."se le dassi" -.-...DESSI, STE..DESSI!
    8.un aereo non si apostrofa. Con l'articolo indeterminativo l'apostrofo si mette solo con i nomi femminili.
    9."Sua figlia mi ha parlato molto di lei. Il mio nome è Seyo Karasu. Se non le spiace, dopo vorrei parlarle di sua figlia in privato" ahahah, neanche se era il maestro delle elementari della figlia!xD almeno inserisci qualke altra battuta prima di "dovrei parlarle di sua figlia in privato"...ahahaahha sei un grande ste xD
    10. ancora più spettacolare la risposta del padre..della serie sgallettato:"Ah ah ah, ok, penso anche di sapere cosa deve dirmi. Sa, io e le mie figlie non abbiamo segreti" xD mi hai fatta ammazzare dalle risate, sembra avere meno facoltà mentali di un'ameba(alias me in visione deppiana)xD

    Vogliami bene comunque =D
    ps.nonostante qualche nota che mi sono permessa di scrivere, è bello!
    pps.fantastica l'espressione "occhio mandorlato" che mi fa venire voglia di gelato!xDXD

    Da: -.- Con affetto!!!=D

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  2. Ste sai già come la penso, scrivi, scrivi, scrivi. E come ti ho detto circa 9 ore fa... la mia mano è tesa.

    Certo ci sono alcune cose da sistemare, e non solo quelle che il nostro anonimo ha messo in evidenza.

    C'è un aspetto che voglio capire meglio, ma di quello ne parleremo in privato...

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  3. anke io voglio sapere ...voglio sapere tutto =D



    -.-

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