And you are...
You're exceptional
The way you are
Don't need to change for nobody
You're incredibile
Anyone can see that
When will you believe that?


lunedì, dicembre 27, 2010

Un futuro già vissuto, tredicesima parte: una nuova vita

Il sole splendeva. Era da qualche mese che la mia vita era tranquilla, allegra. Ero diventato il marito di una splendida ragazza. A breve sarei diventato zio. Non penso ci sia qualcosa del mio presente che possa essere considerata come negativa.

Guardai casa mia, da sposato. Non che fosse cambiato molto. Seiryn era venuta ad abitare da me, com’era naturale. L’unica spesa grande che facemmo fu il letto. E varie lavatrici, non ne ho mai avuto il vero bisogno di possederle.

Diedi un occhiata alla parete. Vidi il mio diploma e, accanto, la mia laurea.

Ripensai a quando mi laureai, nel 2009, insieme a Seyo e Sairyn. Mia cognata, nonostante avesse cambiato facoltà, riuscì ugualmente a laurearsi in quattro anni. Un vero genio. Contando pure che entrò a 17 anni. Quando ci diplomammo, pensai di essere molto inferiore a lei.

C’è sempre qualcuno più forte di te, in questo mondo.

Ripensai pure a Gikam. Lui abbandonò non appena i Trespasser cominciarono ad assimilare i primi guadagni. Andava all’università solo per, in futuro, avere un lavoro per poter sostenere la madre. Dato che l’aveva trovato, l’università non serviva più.

Seiryn, dopo il diploma, si fermò. Doveva scegliere tra il lavoro e l’università, e scelse la prima. Non condividevo a pieno, ma all’epoca ero troppo egoista per dirlo. Ma alla fine, gli studi servono solo ad esprimerti meglio nel mondo del lavoro. Se ti esprimi già al massimo, a cosa serve studiare? E poi lei studiava le cose che riguardavano il suo lavoro. Certo, avesse studiato un po’ d’inglese al periodo, male non faceva.

Seika invece si era appena diplomata. Per quanto odiasse la scuola, uscì con un bel 98. Giurò di non toccare più un libro, diceva che se leggeva troppo non riusciva poi a suonare bene. Non so se fosse una scusa…ma meglio non rischiare.

Sta di fatto che eravamo in pausa. I soldi del concerto ci sarebbero bastati giusto fino a marzo, aprile risparmiando al massimo. 30.000 euro saranno pure tanti, ma volano dopo un anno e mezzo se hai una famiglia e delle spese.

Per ingannare l’attesa, tornai in palestra. Seiryn andava a lezione di basso e voce tre giorni la settimana. Gli altri giorni lavorativi, invece, insegnava quello che già sapeva. Seyo dava lezioni di chitarra ad alcuni suoi vecchi amici, giusto per arrotondare i conti attendendo la nascita del suo bambino. Gikam tornò a suonare nei locali mentre Seika non è mai stata molto pretenziosa nelle sue cose. Le bastava comprare dei pianoforti, e lei era contenta. Beata lei che si accontentava di poco.

Per tutto agosto, pensai ad esercitarmi sul mio, cosiddetto, potere. Senza dati di fatto, ovviamente, Non riuscivo a compiere le mie azioni come volevo. Ogni tanto mi capitava di andare avanti di due o tre minuti, ma dallo sforzo dovevo riposarmi il quadruplo del tempo che recuperavo andando avanti. Pensai di non essere portato per i viaggi nel tempo. Ci bastava quel vecchio fissato coi Legato. Che poi aveva detto lui stesso di esserlo. Da come si mostrava poteva essere mio nonno, ma mio padre mi disse al suo tempo che non era più tra i viventi. Quindi, chi era? Un parente lontano? Un fratello del nonno rimasto nascosto? Non capivo, ma onestamente non mi interessava molto. Tanto finché non sapevo viaggiare nel tempo, la nostra parentela era solo nella sua mente.

Iniziò settembre. Cominciai a scrivere qualcosa, giusto per potermi definire attivo e così prepararmi al nostro ritorno, nel 2012. Ci sarebbe stata davvero la fine del mondo. Perché l’avremmo portata noi coi nostri successi.

Capitava spesso che io e Seyo ci incontrassimo e parlavamo, stavolta non solo di lavoro, ma anche della nostra vita da sposati. Ormai eravamo grandi. Non eravamo più quei ragazzini che si divertivano a soffiare sui capelli delle ragazze appena uscite dal bagno (che poi non ho mai capito dove fosse il divertimento). Eravamo sposati. Eravamo uomini in carriera. Passamo metà settembre, incontrandoci e realizzando piccole riunioni che mi facevano capire l’importanza di avere un fratello, anche se non di sangue.

Poi arrivò il quindici.

Quel giorno, eravamo di nuovo tutti. Dal giorno del mio matrimonio non eravamo più nel famoso salone di casa Shiteru. Quel giorno vidi una gonfia Sairyn accoglierci, come se quella fosse ancora casa sua. Il signor Akai doveva sentirsi solo, da quando le sue figlie lo lasciarono. Però era sempre allegro, non sembrava mai essere demoralizzato. Aveva una forte tempra. Sicuramente fortificatasi dopo la morte della moglie.

Seiryn mi disse che il suo regalo era un annuncio. Cosa voleva dirmi, che mi aveva comprato un vaso italiano? Sarebbe stato un bel regalo.

“Ladies and gentleman (inglese perfetto, al contrario del padre), siamo qui riuniti per festeggiare il compleanno del nostro leader Akira Farey. Tutti voi avete portato un regalo fisico, avvolto in un pacco di carta. Il mio, invece, è più che fisico. Ed è racchiuso dentro un grembo. Purtroppo, sarà pienamente pronto tra 7 mesi e mezzo!”

All’inizio pensavo che fosse l’incipit di un libro che mi aveva comprato. Non capii subito cosa volesse dirmi, e non capii perché gli altri si congratulavano. Solo dopo capii che era incinta. CHE SAREI DIVENTATO PADRE.

Corsi verso Seiryn e la abbracciai con tutte le mie forze. Se non avesse insistito sul mio dipanarmi, avrei perso lei e mio figlio. Mia figlia. Quello che era, che aveva 23 cromosomi miei. Non riuscivo ad immaginare contentezza più grande. Questo era il concetto di famiglia che avevo sempre avuto in mente. Una donna che ama me e la musica. Una donna che io amo. Uno o due figli. In una casa dove regna l’amore. Cosa c’è di più bello?

Ma per una vita che nasce, c’è una vita che muore.

Da settembre a dicembre passai dei mesi meravigliosi. Io e Seyo molte volte facevamo pratica, leggendo un libro chiamato “Come diventare padre in due lezioni”. Capimmo subito che era una truffa, ma almeno potevamo farci due risate. E ne facemmo molte più di due.

Poi dicembre finì. L’idillio si spezzò nel momento stesso in cui raggiunse il suo picco.

[L’1 Gennaio, il vecchio Legato festeggiò come l’anno precedente. Uccidendo. L’avvocato che lo accusò tempo addietro.]

Arrivo il secondo giorno del primo mese dell’anno. Eravamo in quattro all’ospedale, ossia il marito, la sorella, il cognato ed il padre. La gestazione fu lunga, e di certo non semplice. Si dovette operare con un cesareo d’emergenza, per far uscire la creatura dentro al suo corpo. Ma il due gennaio del 2012, Sairyn partorì un bel maschietto. Entrammo tutti a pressione in quella stanza. Era bellissimo. Sairyn pronunciò lentamente il suo nome.
"Akai…Karasu…eh eh"

Una nuova vita.

Il primo a tenere per mano il nostro nuovo compagno di avventure fu il padre, Seyo. Non riusciva a credere di essere diventato padre di un essere umano. Lui che fino a qualche anno fa non era capace di essere padre neanche di un tostapane.

Dopo di lui, toccò al nonno.

Lo tenne in braccio solo per pochi secondi, poi lo consegnò alla zia.

Dopodichè svenne, vomitando sangue.

Noi lo guardammo, straniti e sconvolti.

Qualcosa non andava. La felicità si ruppe. Il momento idilliaco si spezzò. Rimanemmo trenta secondi fissi, ad ammirare il corpo del signor Akai fisso a terra immerso in quel puzzolente sangue. Dopodichè, chiamammo gli infermieri.

Il 6 scomparì totalmente dal tappeto. Rimase solo il 5. Un cinque rosso fiamma, tanto da far brillare l’intera
casa.

FINE TREDICESIMA PARTE.
(Ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale. Story by Brian Farey. All right reserved.©)

3 commenti:

  1. 1 – Varie lavatrici… oh macerto macerto
    2 – “C’è sempre qualcuno più forte di te, in questo mondo.”. Assolutamente sì. E meno male, aggiungerei
    3 – Scelse il primo, non la prima. Trattandosi di lavoro, maschile
    4 – “Gli studi servono solo ad esprimerti meglio nel mondo del lavoro”… non mi trovi completamente d’accordo
    5 – Comprare DEI pianoforti… beh, quanta abbondanza
    6 – PassamMo
    7 – Un vaso italiano lo trovi un bel regalo? Buono a sapersi
    8 – “Se non avesse insistito sul mio dipanarmi”… eh?
    9 – Che Bellino il piccolo Akai… nato il mio stesso giorno… sono commosso

    Certo è curiosa la tempistica tra nascita-morte (o malore)e cambio di numero sul tappeto. Attendiamo gli sviluppi

    RispondiElimina
  2. interessante...cmq il sangue non puzza credo!!!

    RispondiElimina
  3. qst capitolo nn mi piace com' è scritto e nn lo trovo particolarmente accattivante.

    RispondiElimina