And you are...
You're exceptional
The way you are
Don't need to change for nobody
You're incredibile
Anyone can see that
When will you believe that?


lunedì, dicembre 13, 2010

Un futuro già vissuto, settima parte: il tour

Sembrava che fossi nato solo per quel momento. Ogni momento della mia vita attendeva pazientemente il giorno in cui avrei, finalmente, vissuto tutta l’emozione che stavo vivendo in quel preciso istante. Non era il primo tour, e neppure il secondo. Ma era il tour che c’avrebbe portato all’ultimo gradino del palazzo della musica. Ogni altro pensiero era passato in secondo piano. Mio padre leader degli Slashion, la sua morte, l’avventura avuta coi problemi dei giorni alternati. Non mi importava più nulla. Ripetevo tra me e me i testi delle mie canzoni. Per un italiano è sempre complesso imparare dei testi giapponesi, anche se vive tra giapponesi da più di 10 anni.

Nessuno può rinnegare se stesso.

Il concerto cominciava alle 20. Mi svegliai verso le 7 annoiato. Non sapevo che fare, in quelle 13 ore. Provare? Sì, serviva, ma relativamente. L’incontro col gruppo era alle 15. 8 ore dove potevo pensare. Dove potevo riflettere sulla mia carriera.

Ho già parlato di come ho conosciuto Seyo, Akai Shiteru e le sue figlie. Dopo un anno, Sairyn cambiò facoltà. Seiryn dopo il diploma decise di dedicarsi totalmente al canto e al basso. Io e Seyo, invece, continuammo, persino col nostro lavoro precario che ci sosteneva. Molte volte Seyo mi chiese di venire ad abitare da lui, ma io rifiutai, mi conosco e ci sono momenti in cui la mia privacy è necessaria.

Come lessi in un libro inglese, la miglior cospirazione è quando si cospira da soli.

Al secondo anno di università, incontrammo Gikam. Era il 2007. Un ragazzo eccentrico, questo senza ombra di dubbio. Ci invitò al suo compleanno, il 21 ottobre del 2007. Compiva 19 anni. Era ormai abitudine per lui suonare ininterrottamente per tre quarti d’ora cambiando spesso tempo ad ogni compleanno. Io e Seyo lo guardammo, basiti. Lo volevamo nel gruppo. Ogni altro batterista lo trovavamo inutile, al suo confronto.
Lui accettò subito, non si fece riserve. A patto che questo non gli avrebbe impedito di suonare nei locali, dato che era l’unico lavoro con cui riusciva a sostenere la madre. Il padre era sempre fuori città per lavoro, raramente riusciva a mandare gli assegni per mantenere la famiglia. Noi non ci mostrammo contrari, anche perché pure noi lavoravamo. Anche se capimmo dopo per quale motivo voleva continuare a suonare. Era per la “bella pianista”.



Erano i primi giorni del 2008, una settimana dopo il compleanno di Seiryn. Gikam ci chiese di suonare con lui in un locale vicino l’abitazione del signor Akai. Noi accettammo, era un modo per farci conoscere.

Quel giorno, completammo il gruppo.

Prima di noi suonò una pianista, rinominata da Gikam “il dolce tocco della vita trasformata in musica”. Magari lui era esagerato. Ma io rimasi davvero sbalordito dal suo modo di suonare. Cominciava pacatamente. Poi cominciava ad insistere. Dopo un po’, cominciava a suonare con una mano sola. Finché non le portavano la tastiera. Lì, usava la seconda mano per creare perfette melodie. Tutto mentre col piede sintetizzava il tutto.

Mi resi conto di quanto fossi incapace al suo confronto, soprattutto quando sentì la sua età.

15 anni.

Io a 15 anni ero un poppante che cantava a squarciagola sotto la doccia e realizzava canzoni dedicate ai Pokémon.

In secondo luogo pensai alla sua bellezza. I complimenti di Gikam non erano affatto casuali. Anche se Seiryn era sempre lì, vigile come qualcuna che è pronta a bastonarti non appena sbagli.
Ma io la volevo nel gruppo.
Quando finì di suonare, non applaudì. Salì sul palco e le chiesi di suonare il pezzo con noi. Avremmo cantato l’ultimo singolo di Koda Kumi, ossia Last Angel. Non sapevamo ancora che quella sarebbe stata la nostra formazione finale, e che sarebbe stata la nostra prima esibizione live.

La pianista cominciò con una sinfonia che ci caricò prima di cominciare a cantare. Ovviamente, Seiryn faceva la voce di Koda, mentre io e Seyo eravamo i Tohoshinki. Non ci divertivamo così tanto da quando conoscemmo il signor Akai. Era un piacere suonare con loro.

Cosa c’è di più bello del condividere la tua passione con gente che la condivide come te?

Il successo fu così grande che fummo costretti a concedere un bis. Ma volevo vedere come se la sarebbero cavate solo le ragazze. Feci scendere i ragazzi e dissi a Seiryn di cantare Beautiful World.
Sembrò arrabbiarsi.
Beautiful World era la nostra canzone. Forse non voleva che io la facessi suonare anche ad un’estranea.
Ma le dissi che la pianista non era un’estranea.
Bensì il nostro ultimo compagno.
Il resto, è storia. Ho saputo che una persona registrò un video di quell’esibizione e lo vendette su ebay, ricavando non meno di 2000 euro. Scommetto tutto che è stato il signor Akai ad acquistarlo.

La pianista era, ovviamente, Seika. Seika Desyo. Accettò subito di unirsi a noi. Altri gruppi prima di noi le chiesero di entrare, ma lei rifiutava perché non si sentiva in feeling con loro. Il suo spirito non era in collegamento con loro. Mentre noi lo eravamo.

Noi siamo stati separati alla nascita. E ci siamo ritrovati per poter suonare.
Inutile dire la felicità di Gikam. Così come la sua infelicità quando Seika conobbe il fratello di Seyo. Ma questo lo racconterò un’altra volta.
A febbraio ri-registrammo Saikyou, con i nuovi membri. Anche se eravamo cinque nella band, l’intero gruppo era formato da 7 persone. Il mio numero preferito.
A marzo Saikyou toccò la vetta dell’Oricon Chart, ma questo lo sapete già. Ad aprile uscì il primo album. Quattordici mesi dopo uscì il secondo. Mentre due mesi fa è uscito il terzo, dove forse non lo sapete, ma abbiamo in progetto di fare un tour.

Raccontare questa storia fa sempre bene. Si erano fatte le 14.
Volevo andare da Seyo, ma prima volevo fare il giro del quartiere. Forse per mia curiosità. Abitavo al 37 del Tenkaichi Village. La seconda traversa della strada era quella dove sognai la morte di Seiryn. Ma se il futuro del giorno dopo si è avverato…si sarebbe avverato pure quello?
Non era tempo di pensarci.
Il tour mi attendeva.

Arrivai puntuale a casa di Seyo, e partimmo verso casa Shiteru. Il salone di quella casa era il nostro quartier generale. Prima del 2005, si sarebbe mai immaginato il signor Akai che tutti quei musicisti avrebbero invaso la sua vita? Penso di no.
Ma chi ama la musica è destinato a stare con chi ama la musica.

Alle 19 partimmo. Il signor Akai chiamò al bassista, il figlio del suo ex-team mate Kuroi Yasa. Doveva suonare per poche canzoni, ma fondamentali, special modo Show me love, la cover di Utada dove tutto il tour girava.
È facile suonare le proprie canzoni. Suonare quelle degli altri, no. Ve lo assicuro.
Il bassista espresse il desiderio di non essere inquadrato da nessun riflettore. Non voleva che fosse riconosciuto come il figlio del bassista di una grande band morto probabilmente suicida. Accogliemmo il suo desiderio. L’importante era che i nostri nomi fossero marchiati a fuoco nella storia.

Alle 19.30, tutti eccetto me cominciarono a sistemare i loro strumenti. Il signor Akai era pure lo speaker, ovviamente.
Io stetti nel lavandino del bagno, con la testa immersa nell’acqua. Aspettavo il momento. La folla chiamava il nome del gruppo. Diceva Trespasser. Uno dei motivi per cui ci chiamavamo così, era per il suo significato che alcuni di noi davano per il nostro modo di suonare. Tre passi. Un passo noi, due passi gli strumenti.

Il signor Akai cominciò col discorso di presentazione. Solo lui poteva divertirsi in quell’occasione. Noi eravamo più tesi delle corde della chitarra di Seyo.

“Ladies and gentleman (sempre con inglese pessimo) sono qui per annunciare la prima tappa del terzo Trespasser Tour!!! Woooo!!! Avanti, fate casino!!!”
Grazie mille, signor Akai. Tu sì che sai come farci calmare.
“Innanzitutto…i fonici! Alla mia destra, Sairyn Shiteru!!!”
Una luce la abbagliò. Lei sembrò arrossire. Fece un piccolo inchino in riverenza. Era di fronte ad una bestia di 64 canali. Anche se ero il fonico in seconda, non avrei saputo mettere mani a quell’oggetto.
“E adesso…il supervisore fonico! I più vecchi si ricorderanno di me…sono Akai Shiteru!!!!”
Non dimostrò affatto la sua età mentre compieva una capriola a mezz’aria. Seiryn era sul punto di andarsene dalla vergogna. Non voleva che gli altri capissero che era sua figlia dal cognome.
Il signor Akai dava l’occhio al gruppo, aveva davanti a sé una console per DJ a 4 piatti, un computer per regolazioni a lungo termine ed in più un terminale per le luci.
“E per concludere la famiglia…”
Sentimmo Seiryn sprofondare dalla vergogna.
“La bassista, la voce più bella del pianeta, la mia figlia minore!!!”
Una minaccia di morte al padre fu sentita dalle persone vicino a lei.
“Seiryn…Shiteru!!!!”
Entro arpeggiando le corde con le unghie. Nonostante fra gli strumentisti era la meno esperta, sapeva il fatto suo con quello strumento. Anche se il suo punto di forza era, ovviamente, la voce.
“Ecco, dopo la conclusione della famiglia, cominciamo a presentare i rimanenti! Sembra che finalmente sia pronto ad apparire al pubblico. Ecco a voi…il batterista, Gikam Irai!!”
Una luce si accese sopra di lui. Il pubblico vide il batterista avvolto da mezza luce, di fronte alla sua batteria acustica. Ma il suo genio nell’ambito degli effetti speciali doveva ancora mostrarsi. Dopo aver colpito il crash due volte, la luce aumentò l’ampiezza mostrando dietro di lui una batteria elettrica, messa a giro intorno a lui, incastrandosi con l’acustica. Cominciò a girare lentamente sul suo seggiolino, aumentando piano piano la velocità suonando la batteria che aveva di fronte. Dopo un cinque minuti che girava dentro le batterie, si fermò al centro delle due suonando un piatto per batteria, dando via ad un altro effetto speciale: una piccola esplosione.

“Sì ragazzi, questo è il livello, questo è il livello!!!! Dopo di lui, vi presentiamo la nostra pianista, Seika Desyo!!!!”
Una luce la illuminò, come successe con gli altri. Era dentro un ring formato da due pianoforti e due tastiere, ognuno opportunamente regolato in maniera diversa e accordato in base alle esigenze. Mentre col piede continuava a sintetizzare i suoni che uscivano (ovviamente con l’altro usava il pedale). Iniziò suonando un effetto di violino ed un effetto di organo con le tastiere che aveva ai lati. Continuò spostandosi sui pianoforti che aveva di fronte e di dietro, fino a fermarsi suonando solo il pianoforte di fronte a sé.
“Wo wo wo!!! Ragazzi, l’aria si sta riscaldando!! L’ARIA DIVENTA ROVENTE! Facciamo entrare i fondatori di questo gruppo!!! Ecco a voi…il chitarrista, Seyo Karasu!!!
All’udire l’entrata in scena di Seyo, alzai la testa dal lavandino e cominciai ad incamminarmi verso il palco.
Seyo entrò in maniera poco aggressiva, devo dire. Nei primi live solitamente entrava in maniera molto più spettacolare. Ciò non cambia che ogni volta che lo sentivo rimanevo di stucco. La sua chitarra era qualcosa che solo lui poteva comprendere. Una chitarra con 6 corde davanti e 6 corde dietro, entrambi collegati in maniera differenti al mixer ed entrambi con effetti differenti. Cominciò suonando solo la chitarra davanti, dando solo piccoli tocchi alla “retro”, come la chiamava lui. Ma, più in la’, l’avremmo visto all’opera.
“Gli strumentisti ci sono tutti. Manca solo una voce. Manca solo la mente. È stato lui a creare questo gruppo. È stata la sua determinazione a portarci qui. Sono stati i suoi testi a darvi qualcosa da cantare fino ad ora. Ecco a voi…AKIRAAAAAAA FAREYYYYY!!!!
Entrai nel palco con lo sguardo abbassato ed il microfono nelle mani, mentre i miei compagni continuavano a suonare come sottofondo.
Arrivato al punto prestabilito, alzai lo sguardo.
I miei capelli gocciolavano ancora, ma mi piaceva l’effetto che creava alla mia testa. Me la sentivo fresca.
Lo stadio era pieno. Molte persone erano venute per ascoltare le mie idee. Per ascoltare qualcosa che IO ho creato.
Non penso possa esserci soddisfazione maggiore.
E penso che pure mio padre pensava la stessa cosa.
Misi il microfono vicino la bocca. Il momento degli scherzi era finito.
“Siete pronti?”
Un boato ruggì nello stadio. Ma non mi bastava.
“SIETE PRONTI?”
Il tetto sembrava crollare. MA NON MI BASTAVA.
“SIETE PRONTIIII?”
Volevo fregarmi la voce prima di iniziare.
Il pubblico smosse il mio cuore, con la sua risposta.
Quello, era il mio segnale d’avvio.

Arrivammo a metà tour, ossia la parte più rock, senza problemi. Una piccola pausa ci era dovuta per sistemare il microfono per Seiryn e modificare il palco di conseguenza. Era il momento di Show me love. E della sorpresa che Seiryn aveva detto ci fosse per noi.

Salimmo soavemente nel palco. Seiryn era al centro. Io alla sua destra. Seyo con la chitarra alla sua sinistra. Gikam e la batteria erano dietro di lei, mentre Seika era alla destra di Gikam. Quell’opera doveva iniziare. Se fossimo riusciti a compiere ciò che ci eravamo predisposti, potevo ritenermi soddisfatto dalla vita.

Seika cominciò a suonare la melodia che precedeva le prime parole. L’amore puro e soave che si riusciva a distinguere da quelle note era immenso. Poi si fermò.
Una luce avvolse Seiryn. Cominciò a pronunciare le prime parole della canzone.

Osaekonda sorewa kiezu
Mizuumi no sokohe yukkuri to mata shizundeku

Nitowo ou mono, ittomo ezu
Mujun ni tsukarete sukoshi kokoro ga omoku naru


Era il momento di mettere l’effetto riverbero alla sua voce. Sairyn non ritardò.

Nige tara yokei kowaku narudakette
(Inside my lavender dreams)
Wakattewa iru tsumori

Io e Seyo ci alternammo la frase in inglese. Gli lasciai “my” e la sillaba “ven”. Sapevo che con l’inglese non c’era portato. Ma voleva cantare almeno quel pezzo.
Prima dell’ultima parola della strofa, Seyo prese la chitarra. Cominciò a muovere le corde. Esattamente come la canzone originale.

Shinpai…

All’inizio del ritornello, Seyo calciò via il microfono. Non so come fece senza far ingarbugliare il filo, doveva essersi esercitato. Iniziò a suonare come la canzone lo richiedeva. Gikam al primo tocco del crash della batteria acustica, scatenò un esplosione seguito da un giro di luci. In queste cose era un grande.

…shinakute moitsuka kitto, nante ienai
Jishin no nasa ni amae techa mie nu
Watashi no uchi naru passage (Show me love)
Uchi naru passage (Baby show me love)
It’s all in my head (Can you show me love)
It’s all in my head (Not a dream)


La seconda voce la feci solo io. Seyo continuava solamente a suonare. Fu impressionante vedere la bravura con la quale Seiryn cantò la parte inglese. Era davvero diventata bravissima. Sembrava quasi che cantasse in playback. Anche se noi odiavamo tutti quella forma di canto. Toglieva bellezza al live.

Meglio essere stonati con la propria voce reale, che essere intonati grazie ad una macchina.

Murasaki no shingou ga tentou hikatte shikouteishi
Fuan dakega tomaranai


La seconda strofa si mantenne su ritmi normali. Ogni tanto Gikam scatenava un’esplosione. Nulla di straordinario.

Watashi wa yowai dakedo sorewa betsuni
(Inside my lavender dreams)
Hazukashii koto janai


Il secondo bridge fu più immersivo del primo, nonostante l’assenza di Seyo. Cantai sempre io le parti destinate alla seconda voce. Seyo iniziò ad usare tutte le corde contemporaneamente. La folla entrò in visibilio prima del secondo ritornello.

Jissai dare shimo fukai yamiwo daita teryaii
Toki ni yande, mogaite, sakende sakende
Itami no motowo tadotte (Show me love)
Motowo tadotte (Baby show me love)
It’s all in my head (Can you show me love)
It’s all in my head (Not a dream)


La parte inglese di Seiryn mi fece capire anche quanto era migliorata nell’estensione vocale. Prima, non sarebbe mai riuscita ad arrivarci. Ora era andata oltre. Ero fiero di quella ragazza. Sia come suo uomo, sia come musicista.

Kizuki ageta theory wasure you
Kamawa nobottara oriru mono yo


Ormai il senno era andato. Il terzo ritornello sarebbe diventato il nostro punto forte.

Jissai donna fukai ai mo kanpeki janai
Jibun deshika jibunni shite agerarenai
Jibun wo mitomeru courage (Show me love)
Mitomeru courage (Baby show me love)

Nella canzone originale, dopo il terzo ritornello, inizia immediatamente il quarto. Ma noi non facemmo così.

Gikam cominciò a girare vorticosamente sul seggiolino mentre suonava entrambe le batterie, Seika iniziò ad unire pianoforte ad un effetto di organi sintetizzati, Seyo introdusse tutto spettacolarmente usando alternativamente le due chitarre unite per il primo minuto, poi contemporaneamente per i trenta secondi successivi.

Sono stati novanta secondi dove il mio gruppo si era scatenato, dando vita ad un instrumental senza fine. Lo amavo. Amavo ognuno di loro. MI dispiacque sentirne la fine. Ma era venuto il momento dell’ultimo ritornello. Avevo deciso di cantare la parte finale inglese insieme a Seika. Ovviamente lo sapeva già. Ero io a non sapere se sarei arrivato a quella tonalità.

Una luce avvolse Seiryn, eravamo ormai alla fine.

Jissai yume bakari miteita to kizuita toki


Mi sembrò strana quella frase. Seiryn era ferma. Le sue labbra pure. La voce non sembrava la sua.

Hajimete jiriki de ippo fumidasu

Chi è che cantava?

Watashi no…

La luce la illuminò. Era lei che cantava. L’autrice originale della canzone. Era lei la sorpresa di cui parlava Seiryn. Utada Hikaru era sopra il palco che cantava con noi.

…uchi naru passage
Uchi naru passage


Seiryn ricominciò a cantare insieme ad Utada, sicuramente avevano già provato in precedenza. Non sapevo se unirmi a loro nella frase finale. Non mi sentivo degno.
Ma non volevo lasciare un compito che avevo dato.

It’s all in my head
It’s all in my head


Cantammo perfettamente la fine tutti e tre, in una sincronia mai vista prima nel nostro gruppo. A turno i nostri strumentisti diedero spettacolo: dapprima Seyo cominciò con la chitarra per due minuti circa. Seguì a ruota Seika dove dimostrò di saper usare pure tre pianoforti contemporaneamente, sfruttando il prolungamento dovuto al pedale. Non l’avevo mai vista usare quella tecnica prima d’ora. Infine, Gikam condì il tutto con tre minuti dove si alternavano suoni di batteria ad esplosioni e giri di luce. Scommetto che lui da lì dentro urlava e rideva come un matto. Alla fine, diede la conclusione finale con un esplosione e lo spegnimento finale delle luci.

L’obiettivo era stato raggiunto? Non saprei dirlo. Ma dalla voce della gente, sembrava di sì.

La soddisfazione era entrata nella mia vita. Ma non sapevo che sarebbe durata poco.

FINE SETTIMA PARTE.
(Ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale. Story by Brian Farey. All right reserved.©)

3 commenti:

  1. 1 – Il che lo toglierei, volendo
    2 – 8 ore IN CUI potevo pensare
    3 – (ah e comunque dormire fino a mezzogiorno non sarebbe stato male, fa più rock ‘n’ roll)
    4 – Nella frase “era ormai abitudine… ad ogni compleanno” la struttura è quantomeno equivoca.
    5- Dovresti ripassare la regola della prima persona singolare del passato remoto dei verbi della terza coniugazione.
    6 – Il tuo utilizzo della parola “dove” sarebbe un attimino da rivedere
    7 – Il verbo chiamare vuole il complemento oggetto!!!
    8 – Vedi punto 6.
    9 – E’ comodo stare dentro un lavandino?
    10 – Compiva, non compieva -_-
    11 – Cosa sono esattamente le regolazioni a “lungo termine”?
    12 – Dopo un cinque minuti… non si può sentire
    13 – Chitarra con sei corde dietro e 6 avanti?
    14 – Entrò SUL palco.
    15 – Ah, i famosissimi stadi coperti giapponesi…
    16 – Scusa, ma non era Seiyrin a cantare? Ce c’entra Seika?
    Certo, la frase finale introduce quella suspance che era stata assente per tutto il capitolo. Se fossi un malo pensante, direi che l’hai fatto apposta. Comunque se posso dire la mia, forse questo è il più “debole” dei capitoli fin ora pubblicati… forse pre via delle troppe polpette. Comunque aspettiamo con ansia l’ottavo

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  2. mi piace il fatto che l'ultima frase di ogni post stimla a leggere il successivo molto dan brown....ora vai di ottavo....

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  3. 1. Ogni momento della mia vita attendeva pazientemente il giorno in cui avrei, finalmente, vissuto tutta l’emozione che stavo vivendo in quel preciso istante…tr contorto e ripetizione del verbo –vivere- fino alla nausa…rivedi.
    2. Nessuno può rinnegare se stesso…spiegalo a giulietta……..mamma mia…passima…sono quasi peggio di tuo suocero…ops…il papà d seyrin..xD
    3.otto ore IN CUI
    4. la miglior cospirazione è quando si cospira da soli. Si vede ke è del segno della vergine….ahahah…e cn qst ho compromesso il mio anonimato…ma cmq MOOOLTO TIPICO…di te e di tuttii tuoi cosegnei…cosegninei…come si dice ppi ddiri ca c’ aviti u stissu segnu?XD(pare sardo antico)ahah
    5.Giorgio…ehmmm gikam..eccentrico?…massì dai..=D cmq li compie il 2 gennaio gli anni!!
    6.tutto mentre col piede sintetizzava il tutto??cmq l idea che rendi di sta povera batterista può variare da una piovra dai mille tentacoli ..alla dea indù xD sette mani e sei pidei tipo…ahahah
    7.il signore akai è divertente? Tanto quanto vedere uomini e donne!ahahah Il gusto della demenzialità, insomma!
    8.dove abbiamo un progetto di fare un tour??dove??? ciouzza bedda dove=AVV. DI LUOGO
    9. Ma chi ama la musica è destinato a stare con chi ama la musica….che carino!!!<3
    10.l importante era ke i nostri nomi fossero marchiati a fuoco nella storia. Bell’espressione e anke impregnata d un po’ di sano egoismo ke in qst caso ci sta!
    11.avanti fate casino? Ahahaha pessu…proprio…sto akai!
    12.ahahahha lui fa la capriola e seyrin muore dalla vergogna..immagine bellissima che mi si crea in mente….e neanke troppo estranea(nn kek mio padre faccia capriole…)xDXDXDXD
    13.entrò con l accento dulla o….ke hai contro gli accenti sulle o???
    14.5 minuti di presentazione per il batterista? Al concerto distribuivano guanciali?xD
    15.voglio vedere la chitarra di seyo!0.0
    16. Il momento degli scherzi era finito….mi sa molto di totò riina..u tempu re kiakkiri finiu..xD
    17.sayrin non TARDò
    18.cmq mi piace come descrivi il concerto…dettagliato al punto giusto e dinamico!
    19.MY e VEN? ahahahahahahahah chiamasi CONTENTINO
    20.immersivo????????????????????????
    21.utada in persona???wooooooooooow…hai un mostro d fidanzata step, se ti riserva qst sorprese!!na pazza!!=D
    22.gikam condì il tutto con un po’ d’olio e aceto balsamico!cotto…e mangiato!
    23. Alla fine, diede la conclusione finale. Alla fine non avrebbe potuto dare un’introduzione…e una conclusione non finale mi riesce difficile immaginarla…sei sempre tu step!xD
    ……Io nn lo trovo inferiore agli altri capitoli…hai descritto abbastanza bene il live..senza annoiare..senza frasi prolisse che ti fanno perdere dalla casa…e hai concluso in maniera magistrale. Con una frase sei riuscito a creare una suspance che nn mi sarei aspettata in qst intervento!grande step!continuaaaaaaaaa facce sognààà ahahaha le tre s al solito…SCRIVI, SFOGATI, FACCE SOGNà….XD

    kiss-.-

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